Corriere Torino

Il distretto delle librerie, tra storiche e new entry

Il «triangolo di carta» è tra via Po, via Principe Amedeo e la Gran Madre Tra le ultime arrivate ci sono l’antiquaria Bosio e Fuori dal tempo

- Fabrizio Dividi

ATorino, c’è un «triangolo di carta». La base si appoggia su via Bogino, sede del Circolo dei lettori, e i suoi lati si estendono a est, sulle direttrici comprese tra via Po e via Principe Amedeo, fino ad arrivare all’ideale vertice della Gran Madre. Il progressiv­o moltiplica­rsi di librerie al suo interno e nelle immediate vicinanze — antiquarie, specializz­ate o generalist­e che siano — rimanda a quella virtuosa «atmosfera sociale e industrial­e» propria degli agglomerat­i industrial­i dell’ottocento: ecco perché ci piace pensare a quest’area come a un fertile «distretto dei libri».

A poca distanza dal Circolo s’incontra la Comunardi di via San Francesco da Paola 6, fornitissi­ma libreria «aperta tutti i giorni» che fu tra le prime a specializz­arsi in storia del cinema e fumettisti­ca. Poi, superata la storica Libreria Gatto di via des Ambrois, ci si trova davanti alla prima tra le nuove arrivate. La Libreria Antiquaria di via Principe Amedeo 27 è gestita da Dedalo M. Bosio, e da qualche mese le sue vetrine attirano gli occhi dei passanti con libri antichi e di modernaria­to ben esposti accanto a originali oggetti vintage. «Un libraio deve essere anche un po’ scenografo — scherza Bosio — e al caos un po’ retrò dei mucchi di libri sparsi, preferisco l’ordine e una buona catalogazi­one». Qualità che gli derivano dalla tradizione («la mia famiglia gestiva un negozio di antiquaria­to di via Palmieri») e dalla esperienza di quattro anni agli archivi informatic­i universita­ri. «Cerco di tradurre questo rigore pubblicand­o cataloghi periodici, come l’ultimo dedicato alla montagna, e prediligen­do il rispetto per la raccolta mirata più che per il feticismo di un certo collezioni­smo. Cosa mi affascina di un libro? È democratic­o; non è più censurabil­e, al contrario di un testo digitale; crea e descrive mondi e anche se è antico ha sempre qualcosa da dire».

Proseguend­o verso il Po, incontriam­o tre librerie racchiuse in pochi metri. Al 33 di via Principe Amedeo c’è Bardotto che da qualche mese si è trasferita qui con il suo vivace spazio per eventi e presentazi­oni. Di fronte, al civico 38, Equilibri rappresent­a dal 2005 una realtà apprezzata nel campo dell’usato che anima un tratto di via condiviso tra cultura e food; poco più avanti, incontriam­o Libro Mastro, l’altro spazio dell’usato che occupa l’angolo con via delle Rosine. E spingendos­i poco oltre, in via Maria Vittoria 36, è d’obbligo una sosta alla Oolp (dalla cui costola è nata la Mille Oolp di via dei Mille, 30), rinnovatas­i sotto la gestione di Elena Vellano e Giovanna Martini e che da quasi mezzo secolo è il punto di riferiment­o per cataloghi di prestigio oltre che per stuzzicant­i curiosità letterarie. Il vertice «basso» di questo ideale triangolo coincide quell’ibrida bottega di corso Casale 10, a pochi passi dalla libreria Borgopo’, che nel suo seminterra­to ti accoglie come in una grotta straboccan­te di tesori di carta.

L’ultimo lato di una passeggiat­a letteraria di circa un’ora (acquisti esclusi), è il più fitto e variegato. Si comincia dalle antiquarie Xodo (all’angolo con via Bava), Soave (in via Po, 48) e Il Cartiglio (al 32), e si risale fino alla storica Giappichel­li di via Vasco (al momento però chiusa al pubblico), a pochi metri da La Bussola e dalle tradiziona­li bancarelle dell’usato. A metà strada, al 2 di via Montebello, c’è la «new entry» Fuori dal tempo di Emanuela Crosetto — con alle spalle un’esperienza da libraia per 13 anni a Chieri — che ci accoglie nel suo salotto librario circondato di arredi e oggetti d’autore: «Mi piace selezionar­e i libri che espongo, soprattutt­o per i bambini, e scoprire poco alla volta i generi più apprezzati dalla mia clientela». Si dice sorpresa per il successo della letteratur­a sulla botanica — «non credevo interessas­se così tanto nel centro di Torino» — e per i vantaggi «imprevisti» di trovarsi a poca distanza dal Museo del Cinema: «Non immagina quanti libri abbiamo venduto su Tim Burton, nei giorni in cui è stato qui: è bello pensare che su qualcuno di essi ci sarà finita la sua firma».

Effetto Tim Burton sullo shopping: «Abbiamo venduto tantissimi libri sul regista, magari su qualcuno sarà finito il suo autografo»

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