Corriere Torino

Caravaggio «il maledetto» raccontato tra palco e realtà

- Luca Castelli

Caravaggio, Caravaggio, Caravaggio. Uno e trino, maledetto e geniale, protagonis­ta a Torino, Asti e Venaria, tra regge, palazzi e palcosceni­ci.

Questa sera al Teatro Gioiello si recupera «Caravaggio — Il maledetto» (ore 21, biglietti a 32 euro), originaria­mente programmat­o per mercoledì scorso. Diretto da Ferdinando Ceriani, che ne ha curato l’adattament­o da «Caravaggio, probabilme­nte» di Franco Molè, lo spettacolo rivela fin dal titolo il desiderio di andare a scavare nel lato più dannato di Michelange­lo Merisi, quello del pittore di genio ma dal carattere turbolento, che — condannato a morte a Roma per un omicidio nel 1606 — fu costretto a vivere gli ultimi anni in lunga fuga (a Napoli, Malta, in Sicilia), fino alla morte avvenuta in circostanz­e non del tutto chiarite nel 1610 a Porto Ercole.

Proprio dalla località tirrenica, dove lo troviamo consumato dalla febbre e prossimo alla fine, parte lo spettacolo che ne ripercorre la straordina­ria esistenza, in un gioco continuo tra violenza, dissoluzio­ne e meraviglia artistica. Nel cast, Primo Reggiani (Caravaggio), Francesca Valtorta (la prostituta Lena, che gli fece da musa e modello per diversi quadri) e Fabrizio Bordignon (in molteplici ruoli, tra cui quello del committent­e-protettore Cardinal Dal Monte).

Al Caravaggio maledetto si affianca però anche quello benedetto da un talento unico, che per singolare e piacevole congiunzio­ne astral-museale quest’anno è possibile scoprire anche attraverso alcune delle sue pregiate opere, in trasferta piemontese. Due sono già esposte a Palazzo Mazzetti, ad Asti, nella mostra «La canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della natura morta» (fino al 7 aprile).

La prima è quella che dà il titolo all’esposizion­e, la «Canestra di frutta», dipinta tra il 1597 e il 1600 e in prestito dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, considerat­a tra i primi esempi in assoluto di natura morta. Alla «Canestra» dal 6 febbraio si è aggiunto il «San Girolamo scrivente», olio su tela del 1606 in prestito dalla Galleria Borghese di Roma.

Una presenza caravagges­ca è poi annunciata anche in «Capodimont­e da Reggia a Museo», la mostra che raccoglie 70 capolavori delle collezioni dell’istituzion­e napoletana e che — al ritorno da un soggiorno al Museo del Louvre — farà una lunga tappa nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria (dal 29 marzo al 15 settembre). Nel corso della mostra arriverà anche il Caravaggio maturo della «Flagellazi­one di Cristo» (1607-1608).

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Un momento di «Caravaggio Il maledetto», diretto da Ferdinando Ceriani
In scena Un momento di «Caravaggio Il maledetto», diretto da Ferdinando Ceriani

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