«Autoritratto criminale» nella Wunderkammer Ecco come riparte la Gam
Come annunciato dalla neo-direttrice Chiara Bertola, i primissimi lavori sull’edificio della Gam stanno davvero partendo. Ma, a sorpresa, sono partiti dalla Wunderkammer. Bisogna per questo ringraziare l’artista Jacopo Benassi (La Spezia, 1970), che per allestire la sua mostra Autoritratto criminale (fino all’1 settembre a cura di Elena Volpato) ha fatto abbattere metà della parete d’ingresso dello spazio che, nell’occasione, ha ribattezzato «Wunderkammer». Perché il distruttore Benassi ha voluto un gesto così estremo in un luogo sacro come un museo? Semplice: per consentire l’ingresso del Monumento a Cesare Lombroso (1910) di Leonardo Bistolfi, opera da lui molto amata e parte della collezione della Gam. Proprio il grande gesso è posto in dialogo con Serie di Ritratti appesi (2024) di Benassi, venti fotografie tenute insieme da cinghie e appese a una piccola gru. Ma gli scatti sono occultati alla vista del visitatore perché l’ottimo fotografo Benassi (uno degli artisti italiani oggi di maggiore successo) per questa sua mostra ha voluto accatastare le immagini una contro l’altra, mostrandone così soltanto la parte posteriore. All’ingresso della Wunderkammer (o ciò che ne rimane) si è accolti dal retro dell’enorme opera Panorama di La Spezia (2022), acquisita dalla Fondazione Crt per l’arte Moderna e Contemporanea per la Gam. L’opera è usata come una sorta di paravento, ma è anche un autoritratto nel quale Benassi non appare mai, così come non compaiono presenze umane. Ci sono invece fotografie di piante scattate nei giardini pubblici della città ligure: immagini che a loro volta nascondono vedute panoramiche di La Spezia, dal sapore Belle Époque. Quella di Jacopo Benassi è l’ultima mostra accolta nella Wunderkammer perché, alla fine della prima sessione di lavori, verrà unita alla Videoteca che le sta proprio accanto, raddoppiandone così gli spazi. Che l’era Bertola abbia inizio.