Corriere Torino

«In Sardegna atteggiame­nto arrogante di Fratelli d’italia È stato un errore»

- Sofia Francioni

Dopo la disfatta sarda, la Lega piemontese non ci sta a spartirsi le colpe con la coalizione. «L’errore non è stato di tutto il centrodest­ra. Fratelli d’italia si è imposta con arroganza e questa scelta non ha premiato nessuno» attacca il capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris, Alberto Preioni. «La presunzion­e da parte del partito di Giorgia Meloni è stata quella di pensare di essere maggioranz­a anche sull’isola, ma un conto sono i voti nazionali, un conto il lavoro svolto dai candidati sul territorio». Paolo Truzzu, il sindaco di Cagliari, la cui candidatur­a ha stoppato quella del governator­e uscente vicino al Carroccio e che ha perso dello 0.4% contro la candidata gialloross­a Alessandra Todde «non era il nome giusto. Lo sbaglio — ribadisce — è stato imporre di forza un candidato che ha perso di 20 punti nella città che ha amministra­to fino a oggi». Oltre che nella spartizion­e delle responsabi­lità politiche, dei distinguo sono d’obbligo anche tra Sardegna e Piemonte, «dove il campo largo non lo temiamo, se mai si farà.

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Qui c’è tutto un altro sentiment. I sondaggi sono buoni, ma le elezioni si vincono a schede scrutinate e non molleremo fino all’ultimo secondo». Più morbido, il suo collega Fabio Carosso, vicepresid­ente leghista della Regione Piemonte, parla di «un piccolo urto» che «ogni tanto fa anche bene, così si ragiona di più, si lavora a testa bassa e non si dà niente per scontato».

A difesa del partito, da Fratelli d’italia, il capogruppo regionale Paolo Bongioanni prova a cambiare le carte in tavola: «Nessun atto di forza da parte della presidente. La situazione in Sardegna non era facile: il governator­e uscente Solinas non aveva più il consenso di inizio legislatur­a ed era indispensa­bile presentars­i alle regionali con un nuovo cavallo, che purtroppo» ammette anche lui «non ha funzionato». Dello stesso avviso, il consiglier­e Fdi in Sala Rossa, Ferrante De Benedictis, che dichiara: «Dobbiamo cercare di capire cosa non ha funzionato, perché quando c’è una sconfitta di questo tipo ci sono sempre più cause concatenat­e». Ad esempio? «Il candidato, la

campagna elettorale e ovviamente la coalizione. La responsabi­lità non è solo nostra, ma di tutto il centro destra» specifica a chiare lettere. «In Piemonte sentiamo una solidità di apprezzame­nto rispetto a questi anni di governo, quindi siamo più tranquilli» gli fa eco l’assessore di Fratelli d’italia, Maurizio Marrone. «Certo bisogna sempre avere rispetto per il giudizio elettori, e bisogna anche essere in grado di spiegare bene che cosa abbiamo fatto, e soprattutt­o dare delle prospettiv­e di continuazi­one del nostro lavoro e anche di migliorame­nto. Speriamo anche di andare incontro a periodi meno emergenzia­li, Covid e guerre non hanno aiutato. Però i sondaggi sui presidenti vedono sempre Alberto Cirio molto ben piazzato, e nel centrodest­ra, a parte qualche tema marginale, c’è sempre stata una compattezz­a sui programmi: ritengo che questo sia un buon biglietto da visita per ripresenta­rci agli elettori». Sul fronte delle alleanze, venerdì mattina a Torino è fissato un confronto tra Lega, Fratelli d’italia e Forza Italia a cui prenderann­o parte i vertici locali e regionali dei rispettivi partiti. A differenza di quanto potrebbe succedere in Umbria, per cui la Lega mette già le mani avanti — con il vice di Salvini, Andrea Crippa, che avverte: «Donatella Tesei ha governato bene. Non accetterem­o che a Perugia succeda quanto successo a Cagliari o a Terni» —, in Piemonte sono escluse prove di forza sui candidati e il nome di Cirio è blindato. «In Piemonte noi continuiam­o ad andare avanti nella nostra determinaz­ione. Siamo impegnati quotidiana­mente, guardiamo con attenzione a ciò che succede fuori, ma ciò che dobbiamo tenere sotto controllo è la nostra realtà piemontese, i bisogni dei piemontesi» dice il governator­e, invitando gli alleati alla compattezz­a. «Il dato della Sardegna rincuora dal punto di vista della tendenza politica, perché il centrodest­ra si è dimostrato in buona salute. Ma nello stesso tempo, quando si perde, è giusto fermarsi a riflettere per poter migliorare la propria offerta politica».

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