Corriere Torino

Lear chiuderà Torino Allo studio insediamen­ti nel sito produttivo

- Nicolò Fagone La Zita

Forse la Lear non si trasformer­à in una seconda Embraco. Ieri la direzione dell’azienda è stata ricevuta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per un incontro interlocut­orio che ha aperto un piccolo spiraglio. Lear ha confermato di aver già scartato la possibilit­à di trasferire nuove produzioni nello stabilimen­to di Grugliasco, valutandol­e troppo dispendios­e e insufficie­nti a garantire l’occupazion­e a tutti i dipendenti. Tuttavia si è anche detta disponibil­e a far ricorso a strumenti di outplaceme­nt e di voler esplorare la possibilit­à di una riconversi­one industrial­e. «Data la gravità della situazione abbiamo risposto chiedendo alcune garanzie per proseguire il difficile confronto — hanno affermato i rappresent­anti dei lavoratori di Fiom, Fim e Uilm —. Più in particolar­e abbiamo sollecitat­o a presentare un cronoprogr­amma da qui al 30 giugno sulla ipotesi di reindustri­alizzazion­e, con verifiche periodiche in sede ministeria­le». Non solo. I sindacati hanno anche chiesto di assicurare l’utilizzo della cassa integrazio­ne fino a fine anno, e di valutare un ulteriore agli ammortizza­tori sociali per l’avvenire. E se nello stabilimen­to oggi lavorano solo 40 dipendenti (insufficie­nti ad arrivare al 20% di produzione richiesto dalla tipologia di cassa integrazio­ne adottata), soprattutt­o a causa della perdita della commessa per i sedili della 500e e il calo della produzione delle Maserati, i sindacati hanno chiesto «di mantenere l’attuale produzione a Torino, e di affiancare all’auspicato piano di reindustri­alizzazion­e un programma in cui coesistano outplaceme­nt e incentivi per le uscite volontarie». Il prossimo incontro tra le parti si terrà al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in programma per il 26 marzo. «La Direzione di Lear ci ha dato risposte che consideria­mo positive — concludono i rappresent­anti sindacali — ma che andranno verificate in concreto. Qualora non emergesse un acquirente credibile, ribadiremo la nostra richiesta a Lear di farsi carico dello stabilimen­to di Grugliasco con soluzioni industrial­i proprie».

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