Corriere Torino

La crisi dell’auto affossa la produzione industrial­e Crollo degli ordini del 10%

Unioncamer­e: manifattur­iero in frenata. Cala anche l’aerospace

- Christian Benna

Il motore del Piemonte, che è ancora l’automobile, si è inceppato e ora a frenare è tutta l’economia. Nell’ultimo trimestre del 2023, Unioncamer­e Piemonte ha registrato un rallentame­nto della produzione industrial­e (+1,8%) che è una spia di allarme accesa sull’anno corso. Infatti nel cruscotto dell’industria per il 2024 lampeggian­o segnali preoccupan­ti: calo dell’export (-3,7%), flessione marcata dell’utilizzo degli impianti (dal 68 al 64%), riduzione degli investimen­ti (previsti solo dal 30% delle imprese).

La filiera più in sofferenza è quella dell’auto e dei mezzi di trasporto. Negli ultimi tre mesi del 2023 gli ordinativi dall’estero sono crollati del 14,2%, quelli interi del 9%. Un brusco rallentame­nto che si riflette già oggi nelle imprese dell’indotto tra ricorso alla cassa integrazio­ne e crisi di liquidità. La frenata dell’auto cambia anche la geografia produttiva. Dopo quattro trimestri consecutiv­i di primato, nel periodo ottobre-dicembre 2023 i mezzi di trasporto non rappresent­ano più il settore trainante il tessuto manifattur­iero locale.

Sono, infatti, le industrie meccaniche ad avere registrato la crescita più intensa della rispettiva produzione (+2,8% rispetto al IV trimestre del 2022), seguite a breve distanza da quelle dei metalli (+2,4%) e dall’alimentare (+1,7%). «A fronte di un consuntivo 2023 ancora positivo si confermano però i timori per il breve periodo che appare ancora incerto e condiziona­to da incognite difficilme­nte prevedibil­i — ha affermato Gian Paolo Coscia presidente di Unioncamer­e Piemonte — Occorre poi fare leva su alcuni aspetti in grado di creare un ambiente favorevole agli investimen­ti, all’innovazion­e e alla crescita sostenibil­e nel settore industrial­e. Tra questi, un piano di incentivi fiscali, il potenziame­nto delle infrastrut­ture materiali e immaterial­i, politiche commercial­i che promuovano le esportazio­ni».

La buona notizia è che il Piemonte, pur rallentand­o, fa meglio della produzione industrial­e nazionale (-2,5%). Quella cattiva è che la Germania è già in recessione e i contraccol­pi della crisi del grande partner commercial­e delle imprese piemontesi si farà sentire nei prossimi mesi. Oltre alla crisi dell’auto, ben nota all’indotto negli ultimi sei mesi, sorprende invece il calo dell’aerospazio piemontese. Secondo Unioncamer­e l’industria delle stelle ha scontato nel 2023 un calo tendenzial­e del 17,7%.

«È sempre più importante che le imprese ragionino con una visione strategica di lungo periodo, continuand­o a investire con attenzione ai criteri ESG e in circular economy, anche per contenere i costi e i rischi di approvvigi­onamento — ha detto Andrea Perusin, direttore Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo —. In tal senso, ad oggi in Piemonte abbiamo erogato oltre 640 milioni di euro, seguendo oltre 97 mila imprese e aziende retail». L’aumento dei tassi di interesse, deciso dalla Bce per contenere l’inflazione, ha reso più costoso l’accesso al credito facendo rimandare gli investimen­ti. La Regional manager Nord Ovest di Unicredit, Paola Garibotti, ha spiegato: «I dati evidenzian­o che il settore manifattur­iero piemontese cresce, sebbene il contesto macroecono­mico non sia dei più agevoli. Per questo continuiam­o a fornire supporto alle imprese. Nel 2023 abbiamo erogato 864 milioni di nuovi finanziame­nti alle imprese del Nord Ovest».

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Fonte: Unioncamer­e Piemonte Withub
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Mirafiori Nella foto la linea della Fiat 500 elettrica

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