Le fragilità sono la forza del vino solidale di 8pari
Il progetto permette ai giovani in difficoltà di lavorare. Protagonista di un talk del Salone del vino
Per parlare di 8pari, non c’è niente di meglio della frase con cui si apre il loro sito web: «Questo non è un vino, è un riscatto sociale». Poiché il tema del lavoro è diventato quanto mai secondario, sfugge quanto sia fondamentale tutelare il lavoro per tutelare le persone. Un uomo e una donna che lavorano, stanno adempiendo a un ruolo esistenziale e non solo economico, per questo la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro. E non su altro. La crisi è globale e per molto tempo tante, troppe categorie, ne sono state escluse. Le persone fragili, ad esempio. Alessandro Milanesio si è sempre occupato, all’interno del progetto Emmaus, di inserimento lavorativo per persone fragili. Nel 2014 entra in contatto con una piccola azienda del Roero, Cascina Fornace, con cui inizia la prima di una serie di collaborazioni che vedono questi ragazzi fare pratica nelle vigne e in cantina.
Oggi alle 21, nell’ambito dei talk legati del Salone del Vino, ci sarà un incontro alla presenza di Milanesio e di Mattia Bianco in rappresentanza di 8pari e dell’associazione Soloroero, in cui convergono tre cantine del territorio che hanno creato una forte sinergia e tutela reciproca con al centro il territorio.
Nelle vigne
I giovani lavorano sul campo e nelle cantine
Da quel 2014, la vocazione di 8pari, e in particolare l’inserimento di persone fragili nel mondo del vino, è cresciuta benissimo. A oggi producono, insieme a diverse aziende, quattro vini diversi — Roero dog, Roero Arneis docg, Dolcetto d’alba doc e Barolo docg del comune di La Morra —.
A breve ne uscirà uno nuovo, insieme alla celebre Ceretto, che sarà un Nebbiolo. «Collaboriamo sia con aziende che producono 20 mila bottiglie che con altre che ne fanno milioni. Quello che è evidente è la natura inclusiva che accomuna il nostro progetto con la natura delle aziende agricole. È qualcosa di molto potente che ha a che fare con la vulnerabilità e con la fragilità. Di fronte alla natura, a una grandinata come quella del 6 luglio scorso, ad esempio, si china la testa. Fragilità è anche questo».
Il presente di 8pari è bello quasi quanto potrebbe esserlo il futuro, «abbiamo la fila di aziende che vogliono collaborare con noi — termina Milanesio — e ci piacerebbe molto esportare questo modello nel resto d’italia. Ci rappresentano le bottiglie del nostro vino che amiamo definire buono, pulito e giusto. E anche, e solo anche, solidale. Quella bottiglia nella carta di un ristorante è sinonimo di cultura. E fare cultura è il nostro secondo grande obiettivo».