I ritardi al Tunnel del Tenda scatenano Cirio e i sindaci «L’azienda paghi le penali»
Il presidente del Piemonte: «Anas rifiuti un altro cronoprogramma» Una targa a Colombo, alpino di 103 anni Anche Uncem chiede info per il Pfas nelle acque
enali all’azienda e che i risarcimenti vadano direttamente ai territori». Di fronte alla richiesta di rinviare di altri tre mesi l’apertura del tunnel del Tenda, il presidente della Regione Alberto Cirio esige che qualcuno paghi per i ritardi.
«La Regione Piemonte chiede ad Anas di rifiutare con durezza qualsiasi altro cronoprogramma diverso da quello presentato dall’azienda (Edilmaco ndr) a dicembre. Non accettiamo alcun rinvio» attacca al termine della Conferenza intergovernativa Italia-francia sul tunnel organizzata ieri a Nizza, a cui da
Cuneo hanno partecipato anche i sindaci dei territori interessati dal maxi-cantiere. «All’azienda devono essere applicate tutte le penali previste dal contratto, che devono essere assegnate al territorio sotto forma di ristori per le aziende e a sostegno del turismo, per i danni subiti in questi mesi» continuano Cirio e l’assessore alle Infrastrutture Marco Gabusi in una nota congiunta.
«L’azienda a dicembre si era impegnata a concludere i lavori entro giugno 2024 e così deve essere: non sia concessa quindi nessuna proroga. Eventuali ritardi dovranno essere accompagnati dal pagamento di penali che andranno a risarcire il territorio e a sostegno del settore turistico, a ristoro dei disagi subiti in questi anni».
Proposta durante l’audizione che ha preceduto la Cig, la richiesta di posticipare l’apertura del tunnel da giugno a settembre a Cuneo non stupisce nessuno, ma fa arrabbiare tutti. Video-collegata insieme al sindaco di Imperia, Claudio Scajola, alcuni rappresentanti dal ministero e, tra gli altri, la sindaca di Roccavione, Germana Avena, la prima cittadina di Cuneo, Patrizia Manassero, parla di «una situazione insostenibile e inspiegabile». Nonostante se l’aspettasse «la notizia ci delude fortemente. Abbiamo chiesto di mantenere giugno come scadenza e che le eventuali penali per i ritardi pagate da Edilmaco vengano ridistribuite sul territorio a favore delle aziende che faticano, a causa del tunnel chiuso ormai da quattro anni» prosegue facendo eco alle
Irichieste della Regione.
«Al tempo stesso pretendiamo al più presto la firma della Convenzione per la ferrovia, mentre a breve verrà convocato il tavolo tecnico per il potenziamento della linea Cuneo-nizza. Di certo, da parte di noi sindaci, che non possiamo intervenire direttamente nelle decisioni dei lavori ma dobbiamo dare risposte sincere e concrete ai nostri concittadini, oggi c’è tanta amarezza».
Da quattro anni le due vallate, l governatore Alberto Cirio ha incontrato a Mottalciata l’alpino Renato Colombo, 103 anni di età. Fondatore del gruppo Alpini locale, Colombo è nato nel comune biellese, dove ha sempre lavorato come contadino. Classe 1921, reduce della campagna greco-albanese del 1940, dopo l’armistizio, scelse di unirsi alla Divisione Garibaldi nell’allora Jugoslavia, supportando le forze partigiane nella lotta di liberazione. quella italiana di Limone Piemonte, sopra Cuneo, e quella francese della Roya, sono sospese insieme al destino del Tenda. Le proteste dei cittadini si alternano tra i due paesi da mesi. All’ultima, di ieri mattina a Limone, hanno partecipato al massimo una decina di persone perché «a prevalere ormai è la rassegnazione», dicono i manifestanti.
Dal canto suo, Anas, «facendo seguito alla proposta di riprogrammazione delle scadenze pervenuta dal consorzio di imprese Edilmaco srl – sottolinea – il massimo impegno a fare ogni sforzo possibile sul cantiere per la conclusione dei lavori» riservandosi di «verificare e accertare in corso d’opera la congruità degli interventi in ogni sede, con eventuali provvedimenti da adottare in ordine agli accordi sottoscritti col consorzio».
Per rispondere all’esigenza di maggiore trasparenza sul cantiere, sempre Anas nelle prossime settimane promette di «installare un info point con gli aggiornamenti in tempo reale dell’andamento dei lavori».
In Piemonte cresce la preoccupazione per le acque pubbliche inquinate da Pfas. Un gruppo di sostanze chimiche artificiali, che si accumulano negli esseri umani e nell’ambiente, dichiarate dallo Iarc cancerogene. Dopo l’inchiesta di Greenpeace pubblicata a febbraio, i cittadini continuano a reclamare trasparenza. L’ultimo caso, quello dell’unione Montana dei Comuni della Val Susa, dove i cittadini sono andati in municipio per visionare i dati. L’allarme, dilagata anche sui social ha costretto le amministrazioni a chiedere d’urgenza un tavolo a Smat, gestore delle acque pubbliche. Anche a Palazzo Lascaris la polemica non si placa e, nonostante la Regione dica «che l’acqua è sicura», il M5S ha depositato una mozione che impegna «presidente e giunta al monitoraggio di tutte le acque potabili del Piemonte sulla presenza di inquinanti». «Cercheranno di rimandare la discussione il più a lungo possibile», dichiara il consigliere penstastellato, Jean Sacco, firmatario della mozione. Secondo il report di Greenpeace, le maggiori positività al Pfas in Piemonte sono state riscontrate nella provincia di Alessandria. Qui, lungo il fiume Scrivia, «cinque comuni hanno evidenziato la presenza di inquinanti in tutti i prelievi effettuati dal 2019 al 2023», si legge nell’inchiesta. Nonostante le rassicurazioni arrivate anche da Arpa Piemonte, la sfiducia cresce. Anche perché delle 43 richieste alle 8 ASL regionali, alla direzione generale della Regione, ai 29 gestori del servizio idrico integrato e a 5 comuni che gestiscono autonomamente la propria rete potabile, da parte di Greenpeace, «solo 10 enti, il 23% del totale, hanno risposto positivamente al FOIA, inoltrando copia delle analisi effettuate».
«Faremo il massimo sforzo possibile sul cantiere per la conclusione dei lavori»
Alberto Cirio L’azienda a dicembre si era impegnata a concludere i lavori entro giugno 2024 e così deve essere
La sindaca di Cuneo Insieme alle penali, aspettiamo la convenzione per la ferrovia e il potenziamento della Cuneonizza