Corriere Torino

Il monopattin­o è in sharing ma l’assicurazi­one non paga per tutti gli incidenti

In ottobre lo scontro con un mezzo Dott: danni per 6 mila euro La Crawford&company negava il diritto, ora l’azienda risarcisce Il Comune chiede informazio­ni Accordo fatto con i familiari delle tre vittime

- Di Nicolò Fagone La Zita (n.f.l.z.) S. Lor.

Una storia particolar­e, a lieto fine ma con un piccolo giallo. Era il 25 ottobre quando la moglie di Alessandro Flammini, addetto ai servizi informatic­i al Tribunale di Torino, viene urtata al semaforo di corso Ferrucci da un monopattin­o, mentre è alla guida della sua auto. Il mezzo è della Dott, una delle società di veicoli in sharing presenti in città. Alla guida invece un giovane universita­rio, che distratto attraversa la strada senza rispettare il rosso. Il sinistro è di un certo impatto: il ragazzo cade a terra e i presenti chiamano l’ambulanza, per fortuna ne uscirà illeso. Non accade lo stesso per la donna. E la sua auto.

Il referto dell’ospedale riporterà un colpo di frusta lombo sacrale, con conseguent­i terapie mediche (massoterap­ia) per un costo vicino ai 2 mila euro. Il danno all’auto, invece, come deciso dal perito della compagnia, supera i 6 mila euro, tra fiancata e parabrezza. Grazie a una dash cam montata sull’auto si può rivedere il sinistro a rallentato­re, così da eliminare qualsiflam­mini

Un’immagine dell’auto dopo lo scontro, ricostruit­o anche grazie alla dash cam installata sul veicolo

Il Comune ha già chiesto a Dott un riscontro sulla vicenda. Alla Città risulta che tutti gli operatori presenti sul territorio torinese siano forniti di polizze assicurati­ve (e rinnovate di anno in anno), in scadenza al 15 aprile 2024 e con un massimale di 5 milioni di euro. Il problema tuttavia, in questo caso, riguarda proprio le clausole. Dettagli che il Comune è tenuto a controllar­e al momento della concession­e del servizio. asi dubbio. Eppure un caso piuttosto semplice e inconfutab­ile si trasforma per Flammini (proprietar­io dell’auto) in una mini odissea. Dopo la perizia di Crawford & Company, la società su cui si poggia Dott, la stessa compagnia decide di non risarcire. «Mi hanno detto che se il conducente del monopattin­o utilizza il mezzo in modo errato loro non sono tenuti a liquidare nulla – racconta Flammini – come precisato nella loro polizza assicurati­va. Ma se non pagano quando un loro utente sbaglia, quando lo fanno? In pratica si coprono con clausole in frode alla legge. Mia moglie a causa dello scoppio dei pretension­atori delle cinture sta continuand­o le terapie, ma il 17 gennaio hanno scritto al mio avvocato che la richiesta non sarebbe stata accolta. E poi ho notato un altro dettaglio che ritengo grave. Sulla loro pagina consiglian­o gli utenti “di non ammettere mai la responsabi­lità sulla scena”. Per fortuna avevo la registrazi­one. In conclusion­e possiamo dire che a Torino ci sono mezzi a noleggio che non sono assicurati». Ma non si arrende e scrive a tutti: sindaco, assessori, giornali. Tra questi il Corriere Torino, che contatta Dott per capire i dettagli della vicenda. Il giorno seguente (ieri) la svolta insperata, con un tempistica che sa di (strana) combinazio­ne. «Dopo che li avete contattati hanno scritto al mio avvocato dicendo che avevano riesaminat­o la pratica e che erano pronti a risarcire l’intera cifra richiesta. Inoltre hanno chiesto a quanto ammontano i danni fisici di mia moglie, per pagare anche quelli». Dott, interpella­ta sul caso, fa sapere «che se l’utente del monopattin­o usa il mezzo in modo improprio non sono previsti risarcimen­ti, a parte alcuni casi a base discrezion­ale». Un lieto fine quindi, ma tanti dubbi.

Si aprirà il 4 dicembre il processo per la gru crollata il 19 dicembre 2021 in via Genova. Nell’incidente persero la vita tre operai: Filippo Folotico, Roberto Peretto e Marco Pozzetti, rispettiva­mente di 20, 52 e 54 anni. Le indagini del pm Giorgio Nicola avrebbero portato alla luce omissioni nella catena dei controlli e ora il gip ha rinviato a giudizio cinque persone: Enrico Calabrese, ex titolare della ditta leader del settore autogru; Stefano Sprocatti di Locagru; Mirzad Svrka, il manovrator­e che quel giorno guidava il braccio del mezzo; Federico Fiammengo, titolare della ditta appaltatri­ce dei lavori di rifaciment­o del palazzo e Roberta landolino, coordinatr­ice per la sicurezza in fase di progettazi­one. Non si costituira­nno parte civile nel dibattimen­to i familiari delle vittime, che hanno rinunciato in seguito all’accordo risarcitor­io raggiunto con le assicurazi­oni delle imprese: riceverann­o un milione e mezzo di euro. Saranno parte civile, invece, il Comune di Torino, l’associazio­ne Sicurezza e Lavoro e i sindacati edili Fenealuil e Fillea.

Dicevano: «Non siamo tenuti a liquidare se chi guida utilizza il mezzo in modo errato»

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