Corriere Torino

Gli occhi di Brando sul Tff

- Fabrizio Dividi

Lo sguardo in macchina è ammiccante e pare sussurrare: «Il Torino Film Festival sta per iniziare, prepariamo­ci a entrare in scena». Se la foto di Marlon Brando scelta dal «nuovo» Tff42 di Giulio Base potesse parlare, direbbe qualcosa del genere. Ed è lo stesso direttore a spiegarne la scelta: «Questa è una delle rare foto in cui Brando guarda direttamen­te dentro l’obiettivo, per cercare complicità. Ti sorride sornione, si mette a posto la cravatta, ti seduce. Qui Brando è di una bellezza inarrivabi­le, immerso in una luce parigina che sembra tanto Torino, per ricordare a tutti che c’è un festival che li aspetta, c’è lui che li aspetta». Dopo la colorata stagione «graphic» a firma di Ugo Nespolo, l’effige di Brando che rimanda alla retrospett­iva del Tff nel centenario dalla nascita del grande attore (a proposito, anche la Cineteca di Bologna ne proporrà una dal 1 al 31 marzo) torna nella tradizione dei «camera-eyes» nelle locandine del festival. Come Orson Welles nel 2015 in posa con la sua sigaretta accesa; Rita Hayworth nel 2018 con il suo salto di gioia tratto da Non sei mai stata così bella, appena un anno dopo gli occhi penetranti di Kim Novak e del suo gatto da Una strega in paradiso. Scattata nel 1972 durante le riprese di Ultimo tango a Parigi, manifesto di una generazion­e firmato da Bertolucci che per molti cinephile rappresent­a l’idea stessa di cinema, la foto del Tff42 sembra però dirci anche qualcos’altro. Rolex Datejust d’oro 18 K al polso, abito scuro ed elegante cravatta rosso porpora paiono ricordarci che questo festival sarà diverso da tutti gli altri. Messaggio subliminal­e? I tempi del casual sono definitiva­mente tramontati: speriamo che per entrare in sala non ci chiedano il dress code.

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