Gli occhi di Brando sul Tff
Lo sguardo in macchina è ammiccante e pare sussurrare: «Il Torino Film Festival sta per iniziare, prepariamoci a entrare in scena». Se la foto di Marlon Brando scelta dal «nuovo» Tff42 di Giulio Base potesse parlare, direbbe qualcosa del genere. Ed è lo stesso direttore a spiegarne la scelta: «Questa è una delle rare foto in cui Brando guarda direttamente dentro l’obiettivo, per cercare complicità. Ti sorride sornione, si mette a posto la cravatta, ti seduce. Qui Brando è di una bellezza inarrivabile, immerso in una luce parigina che sembra tanto Torino, per ricordare a tutti che c’è un festival che li aspetta, c’è lui che li aspetta». Dopo la colorata stagione «graphic» a firma di Ugo Nespolo, l’effige di Brando che rimanda alla retrospettiva del Tff nel centenario dalla nascita del grande attore (a proposito, anche la Cineteca di Bologna ne proporrà una dal 1 al 31 marzo) torna nella tradizione dei «camera-eyes» nelle locandine del festival. Come Orson Welles nel 2015 in posa con la sua sigaretta accesa; Rita Hayworth nel 2018 con il suo salto di gioia tratto da Non sei mai stata così bella, appena un anno dopo gli occhi penetranti di Kim Novak e del suo gatto da Una strega in paradiso. Scattata nel 1972 durante le riprese di Ultimo tango a Parigi, manifesto di una generazione firmato da Bertolucci che per molti cinephile rappresenta l’idea stessa di cinema, la foto del Tff42 sembra però dirci anche qualcos’altro. Rolex Datejust d’oro 18 K al polso, abito scuro ed elegante cravatta rosso porpora paiono ricordarci che questo festival sarà diverso da tutti gli altri. Messaggio subliminale? I tempi del casual sono definitivamente tramontati: speriamo che per entrare in sala non ci chiedano il dress code.