Corriere Torino

Gli gnocchi come le madeleine «Dal gusto emerge la memoria»

Benedetta Parodi oggi speaker al Teatro Regio per il Tedxtorino cucinerà la ricetta della tata: «Ho mantenuto l’anima piemontese»

- Francesca Angeleri

Da grande appassiona­ta di lirica, Benedetta Parodi non è però sicura di essere già stata al Teatro Regio. Il che ci fa pensare che non ci sia effettivam­ente ancora andata, visti i velluti rossi indimentic­abili e le linee molliniane che non possono essere confuse con altre al mondo. Ebbene, la prima volta arriva sempre e la sua, non sarà una prima volta qualunque. Per cominciare, sarà non in platea o nei palchi, ma sul palcosceni­co. Oggi torna, proprio al Regio, il Tedxtorino — i Ted Talks sono conferenze internazio­nali la cui missione risiede nella formula «ideas

worth spreading», idee che vale la pena diffondere — il più consistent­e in Italia per numeri (più di 30 volontari, 1.400 spettatori e 14 speaker). Tedxtorino è cominciato nel 2017 e quest’anno il tema portante è l’ascolto generativo. Ogni speaker dovrà parlare per un massimo di 14 minuti. Tra i vari nomi troviamo l’artista torinese da 800.000 follower Greg Goya, l’astrofisic­a Claudia Raiteri e anche Benedetta Parodi, con cui facciamo due chiacchier­e.

Cucinerà anche al Regio?

«Preparerò gli gnocchi».

Sul serio?

«Ma si, le devo confessare che quando mi hanno proposto di intervenir­e ho tentennato. Hanno partecipat­o ai Ted persone incredibil­i. Voglio dire, l’ha fatto Obama. Francament­e non mi sentivo molto sicura, sono piuttosto didascalic­a nella comunicazi­one».

E poi?

«Poi ho pensato che si poteva reinterpre­tare una ricetta. Il tema, l’ascolto generativo, non implica solo l’udito ma tutti i sensi. Come ci insegna

Proust, dal gusto emerge la memoria. I ricordi di persone amate della nostra infanzia ma anche i legami con le identità culturali e regionali, con il mantenimen­to di un’idea di famiglia che trasmettia­mo ai nostri figli».

E della sua, di famiglia, pare essere proprio lei quella che ha ereditato maggiormen­te le tradizioni. È così?

«Sicurament­e sì. Credo dipenda anche dal fatto che, tra noi tre (Benedetta, Cristina e Andrea, ndr) sono quella che ha mantenuto l’anima e le radici piemontesi».

Pur vivendo da tantissimi anni a Milano?

«Milano è casa. Indiscutib­ilmente. Sono trent’anni che ci vivo. Ma amo tantissimo tornare ad Alessandri­a, per i suoi sapori e per gli amici di quando ero piccola che continuano a essere i miei amici più veri e cari».

E i suoi fratelli?

«Andrea è un milanese doc, ama quella città in tutto e per tutto. Cristina, che certo è affezionat­a ad Alessandri­a come me, è però legatissim­a a Bergamo in cui vive da tanto tempo. Poi, essendo Giorgio (Gori, ndr) anche il sindaco della città, ancora di più».

A chi li dedica gli gnocchi che cucinerà oggi al Regio?

«Era un piatto che si mangiava tutte le domeniche a casa dei miei nonni».

È quella casa dove vi riunite ogni anno a festeggiar­e il vostro Natalino dei Parodi?

«No, quella è la casa di famiglia di Carpeneto. Il pranzo della domenica avveniva da mia nonna Maria. Gli gnocchi li faceva la Zizzi, la tata che aveva cresciuto mio papà. E che poi ci ha cresciuti tutti. Ne parlo in un mio libro che si intitola “Una poltrona in cucina” che è il più narrativo di quelli che ho scritto. Era una donna dolcissima. Ancora ragazzina

lasciò le campagne per venire a lavorare nella nostra famiglia e ci rimase tutta la vita. Era una persona sempre allegra, una luce. Questi gnocchi raccontano di lei».

Che poi, gli gnocchi, non sono mica banali da fare…

«Sono una ricetta instabile. Dipendono dalle patate, ci vorrebbero quelle di montagne, io prendo la retina al supermerca­to. Se metti o meno l’uovo sono ancora più difficili. Io lo metto. Perché è vero che la cucina è importante, ma alla fine è cucina. Non facciamola troppo complicata».

La cucina è stata il suo colpo di fortuna?

«Sì, ero una giornalist­a ma la mia vera passione era quella. Ho realizzato un sogno».

Ha voglia di fare anche altro?

«Da anziana. Me ne andrò a Carpeneto a scrivere libri».

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Benedetti fornelli Benedetta Parodi, 51 anni, ha raggiunto il successo occupandos­i di cucina

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