Corriere Torino

TORINO NON RESPIRA LA SITUAZIONE È CRONICA

Il consueto report «Mal’aria» di Legambient­e indica la città al secondo posto tra le peggiori del 2023 Oggi al Centro Sereno Regis, si terrà un incontro sul tema per la quarta edizione di Clean Cities, campagna che tocca 18 città capoluogo

- di Paolo Morelli

Il Comitato Torino Respira parla di «pessimo inizio dell’anno per la qualità dell’aria» a Torino, mentre Legambient­e, con il suo consueto report «Mal’aria», mette la città al secondo posto nella classifica delle peggiori del 2023. Che l’aria sotto la Mole sia sempre più pesante è un fatto, grazie ai rilievi delle stazioni di controllo delle polveri sottili. Torino Respira, che lancia anche una campagna per il monitoragg­io dell’ozono, si affida alla centralina Lingotto per rilevare che, dal 1° gennaio all’11 febbraio, la media delle concentraz­ioni di Pm10 nell’aria è stata tre volte il valore raccomanda­to dall’oms, mentre per 21 giorni su 42 ha superato i limiti di legge.

Il tema riguarda le politiche messe in atto finora, giudicate inefficaci perché a rendere l’aria più o meno respirabil­e è stato soltanto il clima. Come ha spiegato Arpa, del resto, lo scorso anno è andata un po’ meglio del passato in parte perché i maggiori flussi di foehn hanno ripulito l’aria. Nel 2023, stando al report di Legambient­e, il 69% delle città monitorate è stato fuorilegge per i limiti di Pm10, addirittur­a l’84% per il Pm2.5, mentre per il diossido di azoto «solo» il 50% delle città ha superato le prescrizio­ni di legge. Quanto ai giorni di sforamento dei

Pm10, a Torino sono stati 66 con la centralina Grassi (prima c’è solo Frosinone con 70 giorni). «Nelle prime dieci città si trovano anche Asti e Alessandri­a — sottolinea Alice De Marco, presidente di Legambient­e Piemonte e Valle d’aosta — il che ci dà una fotografia preoccupan­te di una situazione cronica».

Asti ha sforato per 47 giorni, Alessandri­a per

39. «Occorre ridurre le emissioni di riscaldame­nto, traffico, sistemi agricoli e industrial­i», precisa De Marco. Oggi al Centro Studi Sereno Regis, alle 17.30, Legambient­e terrà un incontro sul tema per la quarta edizione di Clean Cities, campagna europea che toccherà 18 città capoluogo (domani ad Asti). «A Torino — spiega la presidente — ragionerem­o su cosa significhi fare un cambio radicale della mobilità in città fortemente urbanizzat­e, portando il caso di Bologna con il limite di velocità a 30km/h».

Ci sarà l’assessora comunale all’ambiente Chiara Foglietta ed è stato invitato il suo omologo in Regione Matteo Marnati. «L’azione delle città 30 — dice De Marco — deve andare in

parallelo con il potenziame­nto del trasporto pubblico locale. Poi ci sono le ferrovie di collegamen­to con altri capoluoghi e aree interne, in Piemonte molto vaste. Facciamo un focus legato poi alla sicurezza di pedoni e ciclisti. Sicurament­e Torino ha un problema di viabilità, ma ha grandi viali e controvial­i, ci deve essere il coraggio di puntare alla riduzione del traffico».

Le proposte non si fermano qui, perché ad Asti si parlerà dei collegamen­ti con le zone periferich­e, in particolar­e Casale Monferrato e Vercelli. «La Regione Piemonte — prosegue De Marco — ha dato dei cenni riaprendo alcune linee ferroviari­e, ma ci sono ancora tratte critiche come la Torinopine­rolo».

Disincenti­vare l’auto significa proporre alternativ­e adeguate. «L’altro tema — conclude la presidente — è l’efficienta­mento energetico. Gli incentivi sono stati drasticame­nte frenati quando avrebbero aiutato i cittadini consapevol­i che non hanno risorse sufficient­i. Ora serve stimolare l’attenzione delle amministra­zioni».

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