L’agente dei sogni
Claudio Marchisio ha lanciato «Circum associates»: assisterà i giocatori, partendo dai giovani «È il mestiere che voglio fare»
Claudio Marchisio e Alessandro Tocci, suo storico manager e agente sportivo con abilitazione Figc e Coni
Basterebbe seguirne l’esempio, mica solo per il talento: 24 anni nella Juve (e in Nazionale), dal calcio dei piccoli agli scudetti, tenacemente abrasivo sul prato, naturalmente educato fuori. E ora, a 38 anni, Claudio Marchisio vorrebbe indicare la strada a chi era come lui: «Mi dicevano che andando a vedere le partite mi sarebbe venuta la voglia di fare l’allenatore — racconta — ma a me piaceva, e piace, far crescere un atleta, elevandone il talento. Si chiude un cerchio: questo è il mestiere che voglio fare da grande». Meglio, un Circum (associates), il nome dell’agenzia che ha fondato insieme ad Alessandro Tocci, suo storico manager e agente sportivo con l’abilitazione Figc e Coni.
Dal frontespizio del sito web che, con una clip mischia giovani volti, si capisce già lo spirito della missione: «Ogni giorno scrivi il tuo futuro, questo è il tuo momento». Non è un caso, appunto, visto che la football player agency ha un roster composto in gran parte da giovani e promettenti calciatori: da Davide Dell’erba, centrocampista classe 2004 dall’anno scorso al Bayern Monaco, a Francesco
Stante, difensore tra i protagonisti del campionato Primavera 1 con l’inter. L’innesco del progetto è stato naturale: «Tanti genitori mi chiedevano di seguire loro figlio», racconta ancora l’ex bianconero. Fuori, ormai, è una giungla, di attese e delusioni, con le grandi agenzie internazionali che spediscono agenti ovunque, a partire dalle sfide degli under 15. «Il giovane ha bisogno di una protezione, anche perché c’è una bassissima percentuale di arrivare a fare il calciatore, ma è giusto sognare». Sospiro: «Auguro a tutti quelli che hanno il sogno che avevo io, di viverlo».
Non mancano nomi da rotocalco, visto che Circum associates ha il mandato italiano per Loris Karius, portiere del Newcastle e signor Leotta. Stare al fianco dei giocatori è un mestiere che richiede pazienza, anche: «Preferisco parlare con i ragazzi il giorno dopo la partita, quando lo stress se n’è un po’ andato, lo so perché ci sono passato». Meglio essere riflessivi: «Anche per questo, in tv, ho preferito fare l’opinionista piuttosto che il commentatore». Nel frattempo Marchisio se n’è andato in giro per i campi, in Italia e all’estero, anche per quelli delle giovanili: «Di talenti ne abbiamo anche noi, bisogna solo starli intorno». Però, «all’estero c’è un ritmo diverso, già con i ragazzi: questione di mentalità e lavoro». Per non parlare del mondo fuori: «Ora ci sono molte più pressioni, a partire dai social». In ogni caso, l’esperienza non gli manca: «A volte serve anche raccontare loro un mio errore, non c’è solo la parte positiva della carriera». Riassume Tocci: «Il nostro scopo è sintetizzare quel che ripetiamo ai ragazzi che seguiamo: pensiamo a tutto noi, loro devono concentrarsi esclusivamente sul campo». Seguendo i sogni.
Missione
«Dicevano che mi sarebbe venuta voglia di allenare: a me piace crescere i giocatori»