Corriere Torino

«Mi candido con Avs e tifo per il campo largo»

Roberto Tricarico, ex assessore del Pd, si schiera con Bonelli: «Un nome comune è possibile»

- Matteo Roselli

«Se riusciamo ad imporci a Torino la partita delle elezioni in Piemonte è aperta: non lo dico io ma i numeri». E sulle alleanze? «Io sono perché tutte le forze di opposizion­e si convincano che l’esempio sardo si possa replicare qui restando uniti».

Roberto Tricarico, storico esponente Dem e collaborat­ore della ex giunta Appendino, si mostra ottimista e aperto al confronto nella sua nuova veste di candidato alle elezioni regionali in Piemonte nella lista di Alleanza Verdi-sinistra.

Cosa l’ha convinta ad accettare la proposta del leader dei

Verdi Bonelli?

«Ho dato la disponibil­ità a Bonelli sulla base di una doppia sfida: Torino al centro della politica piemontese e le periferie della nostra città nel cuore della politica torinese. L’alleanza Verdi-sinistra deve essere un vero luogo per far innamorare i giovani della politica. E le adesioni delle ultime settimane non fanno che dimostrarl­o. L’arrivo di Mimmo Lucano mette al centro il sentimento di politica sentito dalle nuove generazion­i».

Lei parla delle periferie, che negli ultimi hanno sperimenta­to il fenomeno dell’astensione che è più difficile da convertire in un voto. Come pensate di riconquist­arle?

«La mia faccia e la mia storia sono a disposizio­ne proprio per raggiunger­e questo obiettivo. Sono stato assessore alla periferia, ho riqualific­ato via Artom demolendo due casermoni e ho 18 mila famiglie che vivono nelle case popolari che mi fermano per strada per fare un sopralluog­o in casa. Quello che voglio dire, è che l’unica strada per combattere l’astensione è fare un percorso con le persone partendo dal basso».

Nella sua carriera politica si è battuto per l’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito

Democratic­o al punto da essere definito come «federatore» o «uomo ponte». Secondo lei quali reali possibilit­à ci sono di raggiunger­e questa alleanza?

«Pd e 5 stelle stanno facendo a gara per scaricare le responsabi­lità su chi fa saltare l’accordo, quando invece dovrebbero conquistar­e la forza per raggiunger­e questa alleanza. La Sardegna insegna che chi non si mette in coalizione e porta avanti iniziative di bandiera, viene punito dall’elettorato e lo dico anche rispetto al terzo polo. Dobbiamo prendere questo esempio e portarlo in Piemonte superando le accuse reciproche. La vittoria in questo territorio sarebbe una spinta non solo locale ma anche a livello nazionale. E sul candidato comune, dico che la classe dirigente è così ampia e valida che c’è l’imbarazzo della scelta: da un’alleanza forte nascerà un nome altrettant­o forte».

Il programma

«Voglio rimettere al centro della politica le periferie e le nuove generazion­i torinesi»

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