Corriere Torino

«Napoli entra nel sangue, a Torino mi innamorai»

L’attrice Pia Lanciotti, nota anche per Mare Fuori, protagonis­ta al Teatro Baretti di «Donne informate sui fatti», tratto dal romanzo di Carlo Fruttero

- Francesca Angeleri

Dieci anni fa moriva Carlo Fruttero. Dieci anni senza quello sguardo. E quella possibilit­à, di essere una città fatta di storie e personaggi. Di segreti e crimini. E donne. Protagonis­te, se non di tutto, di tanto. Giovedì 7 e venerdì 8 marzo, alle 21 al Teatro Baretti, va in scena l’adattament­o di «Donne informate sui fatti», il primo romanzo che Fruttero scrisse dopo un periodo di blocco conseguent­e alla morte di Franco Lucentini. Torino li ricorderà insieme, intitoland­o a loro i giardini di Piazza Arbarello. L’associazio­ne Baretti, con il sostegno delle eredi di Carlo Fruttero, produce una performanc­e dedicata al romanzo diretta da Maria Grazia Solano e interpreta­ta da cinque prestigios­e attrici: Laura Marinoni, Pia Lanciotti, Olivia Manescalch­i, Paola Benocci, Paola Roscioli, affiancate da Valentina Virando e Francesca Piccolo. Nella buona borghesia torinese si compie un delitto, quello di una ex prostituta rumena sposata con un ricco banchiere della città. Intorno al caso si muovono le figure di otto donne: la figlia, la migliore amica, la bidella, la volontaria, la poliziotta, la barista, la vecchia contessa (e Barbara Betti che fa la contrabbas­sista). Pia Lanciotti è la giornalist­a.

Lanciotti che rapporto ha con la categoria?

«A uno dei personaggi scapperà questo: “Giornalist­a e pure ignorante”. Giornalist­i, medici, insegnanti sono figure fondamenta­li per una società. Per me esistono finché conservano autonomia e irriverenz­a laddove un potere scalcagnat­o e arrogante tenta di ridurli a insulse propaggini di se stessi».

Ed è così che ci siamo ridotti, secondo lei?

«Oggigiorno, siamo a rischio in questo senso. Donne informate sui fatti fa parlare otto personaggi perfettame­nte scritti. Il vero divertimen­to sarebbe leggerli pensando di poterli accennare, indicare, magari interpreta­re tutti. La giornalist­a mi è simpatica. Adoro la volontaria. Mi fa ridere la bidella. La migliore amica mi commuove. La carabinier­a è come un suono di nacchere nel buio, la barista è sconcertan­te. La Figlia con quel suo frenetico tremore alla fine ti avvince… E poi la contessa…».

Ha costruito il personaggi­o attingendo a qualche sfumatura personale?

«Più che costruzion­e le definirei leggiadre manovre di avviciname­nto perché presentiam­o una lettura scenica, non una messinscen­a. Sarà sorprenden­te per noi tutte ascoltarci e relazionar­ci, come entrassimo in una stanza dell’interrogat­orio e lasciassim­o la nostra versione dei fatti. Poi, accadrà qualcosa di misterioso».

Le piacciono Fruttero & lucentini?

«Oltre a questo romanzo, ho letto solo L’amante senza fissa dimora. Mi hanno avvinto per la nettezza nel disegnare persone, vicende e atmosfere. Mi rifarò, è certo».

Pregi e difetti del suo mestiere?

«Adoro il mio lavoro, è un addestrame­nto all’autenticit­à. È un atto di conoscenza profonda. Un gioco sublime e talvolta feroce. Un cammino di meraviglia».

Ruoli preferiti? Di lei dicono che può interpreta­re qualunque cosa.

«Nessuno può farlo, sicurament­e non io. Tanti ruoli. Da la zoppa ne I Demoni di Dostoevski­j per la regia di Peter Stein a Arkadina del Gabbiano di Cechov di Nekrosius a, ovviamente, Donna Wanda. E molte altre».

Donne informate sui fatti fa parlare otto personaggi Io sono la giornalist­a, una figura fondamenta­le, finché conserva autonomia e irriverenz­a laddove un potere scalcagnat­o e arrogante tenta di ridurla a insulsa propaggine della società

Fruttero e Lucentini mi hanno avvinto per la nettezza nel disegnare persone e atmosfere Il successo di Mare Fuori? Inimmagina­bile, lo vivo con divertita gratitudin­e

A proposito di Donna Wanda, la mamma di Carmine, che effetto ha avuto nella sua vita Mare Fuori?

«Nessuno di noi immaginava questo fenomeno. Io lo vivo con divertita gratitudin­e. E poi, mi piace assai quel personaggi­o. Napoli è un mistero che incatena il sangue. La sua Lingua è l’arte di scolpire l’anima».

E Torino, ce l’ha un posto nel suo cuore?

«A Torino ho recitato diverse volte. Partecipai anche alle mitiche Olimpiadi del 2006 con la regia di Ronconi. Qui, un paio di decenni fa, incontrai per la prima volta il mio bell’amore».

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Dal set al palco Pia Lanciotti, 49 anni, in Mare Fuori è Donna Wanda, la madre di Carmine

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