De Carlo sfida il politicamente corretto
«Quando facevo arrabbiare troppo mia nonna, lei minacciava violenza con il pugno chiuso e si metteva una mano sul muso a soffocare un’imprecazione oscena. Poi, dopo aver buttato un occhio al cielo mormorava: “bocca mia taci!”. Mi sono sempre chiesto quale espressione silenziasse, quali parole, minacce o bestemmie rimanessero nella sua bocca sdentata invece di liberarsi nell’aria. Per questo, con il tempo presi a sfidare quella sua capacità di controllo con marachelle sempre più gravi. Fino a quando nonna prese una gallina che stava razzolando in cortile e me la tirò contro». A raccontare questa storia «sia chiaro, completamente inventata» è il comico e conduttore televisivo Francesco De Carlo, da domani a mercoledì al teatro Gioiello di Torino (e venerdì al Teatro Alessandrino di Alessandria) con Bocca mia taci, il nuovo spettacolo di stand up comedy da sold out in tutta Italia.
«Tenersi tutto dentro non fa bene, anzi, fa salire il veleno e addirittura lanciare pollame per aria. La paura di offendere qualcuno, divinità comprese, però non può e non deve limitare la libertà d’espressione — spiega De Carlo —. Ecco perché ho deciso di realizzare e interpretare Bocca mia taci che, più che un monologo è una marachella; e che, un po’ sporco per principio sconsiglio vivamente ai minori di 16 anni».
Francesco De Carlo, nato a Roma, dopo una laurea in Scienze politiche e quattro anni al Parlamento europeo dove ha lavorato nel settore della comunicazione, diventa speaker radiofonico e partecipa a diversi programmi in Rai, La7 e Sky e ai format Nemico Pubblico (Rai Tre), Comedy Central News e Stand up comedy (Comedy Central). Ma è nel suo nuovo show che De Carlo dice di aver messo «tutto quello che per ovvi motivi non posso dire quando lavoro alla radio o in tv, e nemmeno sui social, visto che l’algoritmo blocca gli argomenti sensibili, a prescindere dal contesto». Ecco perché, secondo il comico romano, «il teatro è rimasto l’unico luogo dove la libertà d’espressione può essere esercitata in pieno, e dove ragionamenti comici e paradossali possono interessare questioni sociali come l’aborto, il patriarcato o le religioni». Vero, anche se «dilaga un nuovo moralismo capace di limitare gli spazi della satira e la corda sulla quale si muovono i comici è sempre più sottile: mantenere l’equilibrio non è mai stato così divertente».
Più che un monologo è una marachella; sconsiglio vivamente la visione ai minori di 16 anni