Allegri: «Il mio futuro? Quando avranno deciso, i dirigenti me lo diranno»
Poi, fissa la quota per entrare in Champions: servono 70 punti
tra Champions e futuro. I due temi, peraltro, sono strettamente connessi perché dal ritorno sul principale palcoscenico europeo dipende la rinascita tecnica ed economica della Juve, ma Massimiliano Allegri scinde il destino personale da quello del club e lascia tutto aperto. «Con la società non abbiamo ancora parlato di futuro, deve essere ben chiaro a tutti – puntualizza –. Ho ancora un anno di contratto e credo che la cosa più importante sia finire al meglio la stagione, perché abbiamo degli obiettivi da raggiungere. Poi quando i dirigenti avranno deciso quale sarà il futuro della Juve me lo faranno sapere».
Il rebus rimane senza soluzione; la palla passa alla società. L’intesa attuale scadrà nel 2025 ma è inverosimile che la Juve decida di iniziare la prossima stagione senza aver risolto la questione, affidandosi a un allenatore a termine. Ci dovranno essere per forza sviluppi, in un senso o in un altro, e la scelta compete appunto al club. Rinnovo o addio? La risposta a questo interrogativo tratteggerà il domani bianconero. La verità comincerà a scoprirsi a primavera, quando sarà più chiaro l’orizzonte sportivo. Tradotto: quando arriverà la sicucon rezza aritmetica della Champions si potrà pensare alla programmazione e a definire anche il tema panchina. L’ipotesi rinnovo al momento non ha trovato sponde, servirebbe una mossa della società dove si sta sviluppando una corrente di pensiero favorevole alla svolta. Ad aggiungere un po’ di benzina sul fuoco ci ha pensato l’agente di Max, Giovanni Branchini: «Resterà? Penso di sì – rileva a Radio Deejay –. Mandarlo via è sempre possibile, vedremo quali saranno le idee della Juve, ma ha un contratto e ha dimostrato il suo legame con il club. Di solito si cambia un allenatore quando non si è soddisfatti. Voglio vedere come potrebbero non essere soddisfatti, ma questa proprietà può succedere di tutto».
Parole non certo accomodanti. Nel frattempo Allegri resta ancorato al presente, che si chiama Napoli, e alla priorità della stagione: «Abbiamo 57 punti, ne servono ancora 13 perché credo che la quota Champions sia a 70 punti, quindi quattro vittorie e un pari». Per arrivare al traguardo bisogna innanzitutto cambiare passo: la vittoria rocambolesca sul Frosinone non ha cancellato i problemi cristallizzati dai due soli punti collezionati nelle precedenti quattro partite. Ora però arriva il bello, con il trittico Napoli-atalanta-genoa prima della sosta. «Non è stato un bel febbraio. Abbiamo vinto soltanto con il Frosinone in una partita in cui abbiamo subito due gol evitabili. Abbiamo incassato 7 gol nelle ultime cinque partite, quattro nelle ultime due: è una cosa che dobbiamo mettere a posto come squadra, altrimenti da Napoli veniamo via con le ossa rotte». C’è da cancellare l’1-5 della scorsa stagione, ma c’è pure da ritrovare una vittoria che in casa dei campioni in carica manca da 5 anni esatti. Scherzi del calendario, l’ultimo successo è datato 3 marzo 2019. «Dobbiamo fare di tutto per arrivare secondi: sarebbe un ottimo risultato perché andremmo a migliorare la classifica dell’anno scorso. Adesso avremo tanti scontri diretti e dobbiamo fare punti importanti per giocare la Champions il prossimo anno perché sarebbe un valore aggiunto tecnico ed economico per la società. Con il Napoli sarà difficile, per il valore tecnico della rosa è anomalo vederlo in quella posizione. Il ritorno di Osimhen ha ridato loro certezze, ci vorrà una grande prestazione ma ho fiducia». La chiusura è su Pogba, squalificato per 4 anni per doping:«umanamente sono molto dispiaciuto, il calcio perde un giocatore straordinario».
Scade nel 2025
Con la società non abbiamo ancora parlato del contratto, deve essere ben chiaro a tutti
L’obiettivo
Dobbiamo fare di tutto per arrivare secondi: sarebbe un ottimo risultato per noi