Corriere Torino

È la giornata contro l’hpv, il Papilloma Virus «Vaccinare ragazze e ragazzi prevenzion­e essenziale»

Giordano e Armaroli rilanciano la campagna

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Oggi è la giornata mondiale contro il papilloma virus, una piaga che, diversamen­te dai luoghi comuni, non riguarda solo le donne. «Vacciniamo i nostri figli contro il Papilloma virus (Hpv) in età preadolesc­enziale. Facciamolo senza esitazione, sia con i maschi sia con le femmine. Perché la malattia colpisce entrambi. E non solo: l’infezione da Hpv è sempre legata al tumore del collo dell’utero e ad altri tipi di tumori genitali femminili e maschili (ano, vagina, pene)».

L’appello arriva dalle dottoresse Livia Giordano, responsabi­le della struttura di epidee screening di Città della Salute e della Scienza di Torino, e Paola Armaroli, referente per lo screening della cervice uterina di Prevenzion­e Serena. Un servizio essenziale per tutti i piemontesi: fino a pochi anni fa, quando il vaccino non esisteva, circa l’80% delle donne sessualmen­te attive contraeva almeno una volta nella vita l’infezione da Hpv e di queste, circa metà veniva a contatto con un ceppo ad alto rischio. Solo a Torino, per esempio, nel 2023 sono state invitate per lo screening più di 38 mila donne ed eseguiti più di 23 mila esami.

Rispetto all’anno precedente, però, «c’è stata una riduzione importante sia del numero di inviti che del numero di esami: nel 2022 gli inviti sono stati circa 71 mila – precisano Giordano e Armaroli –. Un dato legato alla persistent­e carenza di personale e di strutture preposte alla prevenzion­e e, di conseguenz­a, di disponibil­ità di appuntamen­ti: abbiamo un disperato bisogno di ostetriche e ginecologi dedicati, pena i lunghi tempi di attesa».

E dire che il Cpo (Centro di prevenzion­e oncologica) di Torino insieme a Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia, è tra i gruppi di ricerca che ha lavorato sul test per la ricerca dell’hpv per valutare se fosse più efficace nella prevenzion­e del cancro rispetto al Pap-test, già in uso nello screening organizzat­o dal 1992. «E quando le indagini ci hanno dato ragione, la scoperta ha rivoluzion­ato il mondo degli screening tant’è che nel 2013 il Ministero della Salute ha cambiato i programmi di prevenzion­e, da Pap-test a test Hpv, fornendo linee guida per la sua applicazio­ne in accordo con le Linee guida europee – spiega Livia Giordano –. Prima le donne erano monitorate con il Paptest, un prelievo di cellule che poi vengono lette dagli anatomopat­ologi e dai citologi; ogmiologia gi, invece le donne tra i 30 e 64 anni vengono invitate a effettuare gratuitame­nte un test Hpv, un’indagine mirata» e per questo più efficace.

Vaccinare i ragazzi e le ragazze prima della loro maturazion­e sessuale resta essenziale, e in Piemonte il servizio è offerto gratuitame­nte dal compimento degli undici anni d’età, con l’obiettivo di arrivare alla copertura del 95% delle ragazze e del 75% dei ragazzi. I dati ufficiali (fonte direzione sanità Regione Piemonte) però, traducono un quadro almeno per ora meno ottimistic­o. A fine 2023, infatti, la copertura vaccinale femminile completa (prima dose e richiamo) dei nati nel 2007 è stata pari all’80,4% della popolazion­e target (19.405 soggetti), mentre quella maschile si è attestata solo al 67,6% (rispetto a un target di 20.602 soggetti). Da tener conto, infine, che il vaccino è meno efficace negli adulti per i quali resta essenziale la prevenzion­e. Solo nel 2020, infatti, in Italia i dati ufficiali parlano di 2.365 nuovi casi e 494 decessi dovuti al tumore della cervice uterina, tumore che si conferma al quinto posto tra i più frequenti nelle donne di età compresa tra 0 e 49 anni.

Copertura vaccinale femminile delle nate nel 2007 all’80,4% quella maschile ferma al 67,6%

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