In un chip rinascono i tessuti articolari
PIEMONTECH
● La società è stata fondata dalle docenti dell’università del Piemonte Orientale Annalisa Chiocchetti (che ricopre il ruolo di ad) e Lia Rimondini
● Obiettivo del team è sviluppare una nuova generazione di sistemi in vitro (Organ on Chip) utili per la ricerca avanzata su nuovi trattamenti per l’artrite reumatoide
La rivoluzione nella lotta alle malattie articolari passa da Novara, e vede protagoniste due donne. Annalisa Chiocchetti e Lia Rimondini,rispettivamente immunologa e odontoiatra ed entrambe titolari di una cattedra all’università del Piemonte Orientale hanno dato vita alla fine del 2022 ad Ai-twin, una startup nata all’interno dell’incubatore Enne3 che vuole aiutare i pazienti affetti da artrite reumatoide utilizzando la tecnologia avveniristica dell’organ on chip, ovvero ricreando i tessuti danneggiati su dei piccoli circuiti, testando su di essi i trattamenti per capire il più efficace.
Ai non sta quindi per artificial intelligence, acronimo divenuto di uso quotidiano, ma per autoimmune inflammatory, mentre twin riporta all’obiettivo finale della startup: «Vogliamo creare un gemello biologico di un organo autoimmune accoppiato a un gemello digitale, che agevola l’interpretazione del risultato», spiega Annalisa Chiocchetti, che racconta anche come nasce l’idea: «In pieno lockdown ho iniziato a guarle dare a dei bandi per portare finanziamenti al Caad di Novara. Non sapevo nulla degli organ on chip, ma Lia Rimondini mi mette in contatto con Alessandro Polini e Francesca Gervaso del Cnr nanotech di Lecce (che insieme ad altre due figure junior completano il team di Ai-twin) , e riusciamo a mettere su un progetto insieme ad altri 12 enti europei, capace di vincere un bando da 6 milioni di euro».
Viene quindi messo a punto il primo prototipo, in grado di ricreare un tessuto in 3d su un chip partendo dalle biopsie su un paziente, prelevando le cellule sinoviali per ricreare articolazioni.
Ai-twin ha vinto la Start Cup Piemonte del 2023 e si è classificata tra le prime quattro finaliste del Premio Nazionale dell’innovazione, e ora punta ad attingere nuovi fondi per accrescere il suo valore imprenditoriale. «Obiettivo della nostra startup è aiutare i paziente affetti da artrite reumatoide, che è una malattia autoimmune che aggredisce le articolazioni ed evolve nel tempo, ma se la tratti subito riesci a bloccarla. I farmaci ci sarebbero anche, ma i medici non hanno il modello predittivo per capire quale sia quello giusto, così metà dei trattamenti falliscono».
Un’innovazione che permette quindi di recuperare tempo prezioso per la cura dei pazienti. ma per arrivare nel sistema sanitario il percorso è ancora lungo, visto che bisogna affrontare trial clinici in vari Paesi, da sottoporre alle autorità regolatorie. Questa direzione però è stata intrapresa, e ci si sta già arrivando per avviare test clinici su larga scala, sfruttando le diramazioni del progetto Flamin go e il Queen Mary University of London, di cui Annalisa Chiocchetti è stata visiting professor e dove opera Costantino Pitzalis, tra i pionieri della medicina personalizzata e dell’uso clinico degli organ on chip, con alcuni suoi allievi che oggi lavorano al Caad di Novara. Proprio dal Queen Mary dovrebbero partire i primi trial sui pazienti per avviare la sperimentazione in campo ospedaliero: «l nostro modello di business è questo: non puntiamo alle aziende farmaceutiche, ma vogliamo arrivare alla pratica clinica». Se queste due donne ci riuscissero, Novara e il Piemonte saranno protagonisti di una svolta epocale nel contrasto alle malattie articolari.