«Quella valutazione è illogica» E il Tar accoglie il ricorso Da rifare concorso al Politecnico
I giudici: nuova commissione per il posto di prof. in Fisica della materia «Causò danni agli occhi» Chiesto giudizio per il luminare
● Nell’agosto 2022 viene nominata la commissione giudicatrice per il concorso del Politecnico per un posto di professore di prima fascia in Fisica della materia, destinato al dipartimento di Scienza applicata e tecnologia
● Dopo l’approvazione degli atti, il 23 dicembre 2022, il secondo docente in graduatoria fa ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Piemonte Era risultato soccombente 74 punti a 72, rispetto al vincitore
● Accogliendo parzialmente il ricorso, ora i giudici amministrativi hanno stabilito che una nuova commissione dovrà procedere nuovamente alla valutazione, fatto salvi i punti non toccati e annullati dalla sentenza
Èda rifare il concorso del Politecnico per un posto da professore di prima fascia di Fisica della materia, al dipartimento di Scienza applicata e tecnologia: accogliendo parzialmente il ricorso del secondo in graduatoria, il Tar del Piemonte ha infatti annullato gli atti relativi, disponendo che la valutazione venga fatta da una nuova commissione. In particolare, la sentenza dei giudici amministrativi è intervenuta su due dei punti sui quali verteva la valutazione: «I tre principali prodotti/risultati dell’attività di ricerca», e la «produzione scientifica complessiva».
Una volta nominata la commissione il 30 agosto 2022 — composta da un professore del Politecnico, uno dell’università Milano-bicocca e uno di quella di Roma Tor Vergata — gli atti, e quindi il nome del vincitore, erano stati approvati il 23 dicembre seguente, con decreto del rettore. Il candidato battuto — 72 punti contro 74 — aveva poi fatto ricorso, difeso dall’avvocato Mara Boffa (dello studio legale Ifbt). Nello specifico, tra i motivi accolti, c’era quello relativo «ai punteggi attribuiti dalla commissione in relazione ai tre principali prodotti/ risultati dell’attività di ricerca». E, «ad avviso del ricorrente, il divario di punteggio non sarebbe coerente con i giudizi espressi a parole e non rispecchierebbe l’effettivo valore scientifico dei lavori dei candidati». Ragiona il Tar (presidente Rosa Perna, giudice estensore Alessandro Cappadonia): «Se i primi due lavori del ricorrente presentano un numero di citazioni “molto buono” — si legge nelle 20 pagine della sentenza — non può essere assegnata una valutazione superiore (“ottimo”) al secondo e al terzo lavoro del controinteressato, i quali hanno ottenuto un numero di citazioni inferiore sia in valore assoluto sia in termini di media annua». Ma si tratta solo di una delle osservazione che portano alla considerazione del collegio: «La valutazione espressa dalla commissione presenta elementi di contraddittorietà, illogicità e disparità». Di più: «Quanto precede rivela l’incoerenza del giudizio, apprezzabile ictu oculi, che si riflette sul divario tra le valutazioni numeriche assegnate ai due candidati». E ancora, sugli indicato bibliometrici: «Posto che il punteggio attribuito al ricorrente supera del 12,5 per cento quello assegnato al controinteressato, la valutazione appare manifestamente illogica e non rispettosa del criterio di proporzionalità, in quanto i valori numerici degli indicatori dei lavori» del presunto candidato penalizzato «sono del 25 per cento a oltre il 70 per cento più elevati di quelli delle pubblicazioni del professore» poi risultato vincitore; e «tuttavia soltanto un punto separa la valutazione numerica» assegnata ai due. E così, alla fine di una ricostruzione molto tecnica, i giudici arrivano alla conclusione: «Il ricorso deve assere accolto, limitatamente alla valutazione» sui principali prodotti/risultati dell’attività di ricerca e sulla produzione scientifica complessiva. E per questo, «vanno annullati entro i detti limiti» il verbale della commissione del 3 novembre 2022 e il decreto del rettore che approvava gli atti del concorso. Da qui, l’ordine del Tar di una nuova valutazione da parte di «una commissione diversamente composta...ferme tutte le altre valutazioni non censurate né annullate». Perché poi — è già successo in altri casi — capita che vengano cambiate pure quelle.
Èaccusato di aver provocato lesioni gravi agli occhi a una decina di pazienti e di aver falsificato referti operatori, attestando di aver compiuto una tipologia di intervento, invece di un’altra: per questo il professore Raffaele Nuzzi, 66 anni, nome di alto prestigio nel campo dell’oftalmologia, comparirà davanti al gup Giorgia De Palma il prossimo 15 aprile. All’udienza preliminare si discuterà dunque il rinvio a giudizio chiesto dal pubblico ministero Gianfranco Colace, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Nas. «Il mio assistito ha operato sempre e solo nell’interesse dei pazienti, con la massima diligenza e professionalità che gli è propria», aveva commentato l’avvocato Stefano Castrale, suo difensore, l’anno scorso, quando fu chiusa l’inchiesta.
Secondo l’accusa, una decina di pazienti — uno dei quali tutelato dall’avvocato Saverio Ventura — si erano rivolti al professore, all’ospedale oftalmico, per «una ostruzione del dotto nasolacrimale ed epifora»; salvo poi ritrovarsi una «mutilazione del sistema canalicolare». Una lesione con prognosi superiore ai 40 giorni. Nei referti, invece, lo stesso professore avrebbe affermato di aver sottoposto i pazienti a un intervento di «dacriocistorinostomia» invece di quello di «dacriocistectomia», effettivamente eseguito. L’uno, giudicato l’intervento più appropriato nei pazienti con ostruzione del sistema lacrimale, l’altro la radicale asportazione del sacco lacrimale. Le operazioni chirurgiche erano state fatte tra il dicembre 2016 e il novembre 2017.
Il secondo docente in graduatoria era risultato battuto per 74 punti a 72
Sotto la lente dei giudici la valutazione e il peso delle pubblicazioni dei due candidati