Il campo largo può aspettare si deciderà dopo l’abruzzo Assemblea del Pd il 16 marzo
L’utimatum di Rossi: «Non possiamo andare oltre»
Prima la Sardegna. Ora l’abruzzo. Lo scioglimento della riserva sul campo largo PDM5S in Piemonte può ancora aspettare. All’indomani del voto sardo i dirigenti dem piemontesi avevano cercato, per l’ennesima volta, di arrivare a una accelerata, in un senso o nell’altro. Ma alla fine sono stati obbligati (ancora una volta) a tirare il freno e a mettersi in coda dietro l’ennesima scadenza su cui si concentrano le attese dei vertici nazionali di Pd e M5S. Così, chi pensava di risolvere la questione dell’intesa giallorossa in una settimana, dovrà aspettare altri quindici giorni. E l’esito delle elezioni abruzzesi di domenica prossima, dove dem e pentastellati (addirittura insieme ad Azione e Italia viva) si presentano insieme attorno all’ex rettore dell’università di Teramo Luciano D’amico.
La tabella di marcia è stata aggiornata ieri dal segretario dem Domenico Rossi, che ha convocato l’assemblea regionale del partito per sabato 16 marzo. In un primo tempo la segreteria piemontese avrebbe voluto anticipare al 9 marzo. Ma da Roma è arrivata l’indicazione di aspettare ancora, almeno una settimana, all’indomani della chiusura delle urne in Abruzzo. Se anche lì, infatti, il campo largo dovesse dare prova di funzionare, allora sarà difficile per i 5 Stelle piemontesi, a cominciare dall’ex sindaca Chiara Appendino, continuare a ostacolare l’alleanza anche in Piemonte. Questa è la mossa che Elly Schlein e Giuseppe Conte vogliono tentare, anche se la strada che porta a un accordo continua a essere tutta in salita, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni dell’ex prima cittadina.
Ancora una volta il segretario piemontese del Pd si è trovato nella complicata situazione di dover comporre le diverse esigenze, quelle locali e quelle nazionali. Ma con un avvertimento: «Tutto a questo punto dovrà succedere entro il 16 marzo, non possiamo permetterci infatti — mette in guardia Rossi — di trasformare il Piemonte in un’altra Basilicata, dove a un mese e mezzo dall’appuntamento con le urne non si conosce ancora il candidato presidente». Del resto, anche dalla coalizione, a cominciare dalle forze civiche, l’invito a fare presto è sempre più pressante. Il tempo fugge e Alberto Cirio, l’alfiere del centrodestra, ha già cominciato la sua campagna elettorale da almeno due mesi. «Non possiamo più aspettare, mi batterò con tutte le mie forze — assicura il numero uno dei dem piemontesi —, perché ci sia il tempo ragionevole per condurre la campagna elettorale. Non dobbiamo pensare che la partita sia persa in partenza».