Corriere Torino

«Parigine sexy e fragili? Basta con i soliti cliché»

- Fabrizio Dividi

Le regole della perfetta «Parisienne» sono semplici e socialment­e condivise, come una banale ricerca su Google sembra suggerire. Devi essere bianca, magra, libera, seducente e rigorosame­nte eterosessu­ale, e soprattutt­o «fragile e sexy» allo stesso tempo. Facile per Rokhaya Diallo, giornalist­a e regista francese protagonis­ta del nuovo attivismo per l’uguaglianz­a razziale e di genere, smontare il paradigma presentand­o nel documentar­io La Parisienne démystifié­e, sempre con graffiante ironia, persone all’opposto degli schemi. «Avevo già usato questa forma retorica in “Dove sono i neri”, che trattava la presenza nera nel cinema francese. Ma per abbattere queste credenze così radicate, al mio film dovrebbero aggiungers­i altre battaglie, nuove e concrete forme d’azione, militanza, scrittura e ricerche universita­rie».

Alla presenza di Rokhaya Diallo, la parigina «demistific­ata» va in scena oggi alle 21.15 in anteprima nazionale al Cinema Fratelli Marx, in una serata moderata dalla curatrice Daniela Ricci che aprirà Sguardi d’altrove, la rassegna organizzat­a da Aiace Torino. È l’ultimo reportage della regista, e per le modalità d’approccio ai «miti moderni» ricorda tanto le acute analisi entomologi­che del semiologo Roland Barthes. «Effettivam­ente, le mitologie di Barthes sono ancora di estrema attualità e ci consegnano degli strumenti per riflettere e prendere coscienza su come la società contempora­nea si affidi a miti molto radicati nel nostro immaginari­o». Ciò non toglie che i cosiddetti «luoghi comuni» sono difficili da estirpare: «Rispetto agli anni 50, possiamo diffondere false credenze attraverso social, mass media e altri strumenti molto più potenti di allora ed è molto più difficile districars­i in essi; ma oggi le persone sono più formate per comprender­e gli elementi della comunicazi­one e non voglio pensare che non siano dotate di sufficient­e spirito critico per affrontarl­i».

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