Corriere Torino

«I ragazzi di oggi sono smarriti, teatro e danza possono aiutare»

Rossella Brescia è la maestra di ballo nel musical «Billy Elliot» «Sognavo di interpreta­re la Callas, poi ci ha pensato la Bellucci»

- Francesca Angeleri

«Sto lì, tutto rigido, ma dopo che ho iniziato, allora, dimentico qualunque cosa. E... è come se sparissi. Come se sparissi. Cioè, sento che tutto il corpo cambia, ed è come se dentro avessi un fuoco, come se... volassi». Nel novero delle grandi e bellissime storie moderne del cinema, non può mancare Billy Elliot, film inglese datato 2000 con la regia di Stephen Daldry. Lo conosciamo tutti, quel bambino esile dell’inghilterr­a operaia che, contornato da mascolinit­à (oggi si direbbe tossica?) da football e birra al pub, sogna di indossare i panni del cigno nero. Ruolo cui arriverà, stupendo, magnifico, maestoso, anche grazie al sostegno di Sandra Wilkinson, la maestra di danza che fin da subito crede nel suo talento. Quel ruolo è, nella versione musical diretta da Massimo Romeo Piparo che sarà al Teatro Colosseo da domani fino a domenica, interpreta­ta da Rossella Brescia. Bambina che sognava la danza in una Puglia che era ancora un po’ periferica, danzatrice di successo, insegnante anche ad

Amici. Questo ruolo sembra cucito apposta per lei.

«Quando Massimo Romeo Piparo me lo ha proposto ne ero entusiasta. Billy Elliot è una delle mie storie preferite in assoluto e adoro cimentarmi nel musical, perché mi permette di mettere insieme tutto ciò che mi piace fare. La verità è che io amo lo spettacolo e tutto il suo mondo nell’insieme».

Tra l’altro, i musical di Piparo non danno l’impression­e di essere i «fratelli poveri» d’italia.

«Lavorare con lui è una garanzia. Inoltre i musical che arrivano dal West End, da Broadche way, si portano dietro diritti e procedure che devono essere assolutame­nte rispettate».

Lei ha cominciato, come tutte le ballerine, dalla danza classica. Ma, in tempi non sospetti, ha in qualche modo infranto il tabù della ballerina classica tout court. È stato difficile recidere il cordone ombelicale?

«Il punto per la classica è che devi possedere determinat­e qualità fisiche, canoni precisi. Altrimenti ci sono altri generi che si possono praticare, dal moderno all’hip hop. A quel tempo, da bambina, io non le sapevo queste cose. Mia mamma, per esempio, ha un collo del piede spaziale, ma che se ne fa? Anzi, per lei è un problema perché non riesce mai a comprarsi degli stivali».

Cos’era per lei la danza da ragazzina?

«Avevo questa passione forte non mi derivava da nessuno della mia famiglia. Ero pura, nuda e cruda. Macinavo chilometri da Martina Franca a Bari, dove c’era la mia scuola, su questo treno del Sud Est che non so se esista ancora… ci mettevo due ore ad andare e due a tornare. E facevo il liceo. Non era facile».

Era perfetta lei per la classica?

«Avevo troppo seno. Ne abbiamo parlato da poco con Alice Mariani, l’étoile della Scala, che ha il mio stesso “problema”. Ci siamo scambiate dei consigli sugli “schiaccini” da usare, perché comunque, poco da fare, ci vogliono. Mi ricordo ancora quando feci l’esame all’accademia di Roma: supplicai per potermi esibire con la maglietta. Lo chiesi in ginocchio alla direttrice Lia Calizza e lei, da donna molto intelligen­te, mi diede il permesso. Non ce l’avrei fatta altrimenti».

Qual è il messaggio più forte di Billy Elliot?

«Avere sempre il coraggio di portare avanti le proprie idee e i proprio desideri. Io trassi ispirazion­e quando vidi danzare in television­e Alessandra Ferri e Mikhail Baryshniko­v. Una semplice serata può cambiare la tua vita».

Lei come li vede i ragazzi? «Smarriti. Penso che andare tanto a teatro, dimentican­dosi sempre più spesso il cellulare in tasca, li possa aiutare molto».

Il suo sogno oggi quale è? «Mi piacerebbe interpreta­re una grande donna, darle a voce a teatro oppure al cinema o in television­e. Prima del Covid avevo in ballo una cosa su Maria Callas. Poi, ci ha pensato la Bellucci».

Danzare per me è sempre stata una grande passione, al liceo facevo 4 ore di treno per andare a lezione Ma ho dovuto rinunciare alla classica: avevo troppo seno

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Al Teatro Colosseo Sul palco, Rossella Brescia è Sandra Wilkinson, la maestra di danza

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