Venerdì la partita di Pecci: «Sì, Napoli e Torino sono obbligate a vincere»
Il grande doppio ex: «Obiettivi ancora raggiungibili»
Eraldo Pecci, con il suo modo disincantato di vedere le cose, non smette mai di seguire il calcio ma soprattutto le squadre a cui è affezionato, quelle del suo passato. Tra queste c’è ovviamente il Torino, che si trova in mezzo a due impegni contro Fiorentina e Napoli, altre compagini per cui «Piedone» ha giocato nella sua grandissima carriera. Naturale, dunque, chiedergli un parere sulle vicende granata del momento.
Eraldo, che idea si è fatto del Torino?
«Dopo 27 partite, la classifica non può mentire. Dunque, si vede una squadra senza infamia e senza lode. Balza all’occhio che ci sono due «Tori» diversi: in alcune partite i granata giocano bene, ma fanno fatica a concretizzare. In altre, invece, fanno più fatica a produrre occasioni da gol».
Cosa manca per fare il salto di qualità?
«Un Cristiano Ronaldo o un Messi... Rispondo così per dire che servirebbe un po’ di forza offensiva in più, ma so che non è un ingrediente facile da trovare».
Se fosse rimasto in parità numerica, il Toro avrebbe vinto contro la Fiorentina?
«Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, però in questo caso credo proprio che l’arbitro abbia sbagliato nei confronti del Toro espellendo Ricci. E prima di questo episodio c’era l’impressione che i granata fossero ben messi in campo».
Crede che gli arbitri stiano perdendo autorevolezza?
«È un momento delicato, nel quale ci sono molti errori da parte dei direttori di gara. Il ricambio generazionale non è facile e la qualità media dei fischietti non è alta. Però spezzo una lancia a favore degli arbitri: secondo me il regolamento, invece di aiutarli, li danneggia. Nel calcio non si può correre con le mani dietro la schiena o saltare con le braccia legate al corpo. C’è l’impressione che chi scrive le regole non capisca molto di pallone, o quantomeno non ci abbia mai giocato...»
Come giudica il lavoro di Juric dopo tre anni?
«Io penso sempre che il destino delle squadre sia scritto dai giocatori, poi l’allenatore fa del suo meglio, ma in campo non ci va lui. L’allenatore, quando è molto bravo, porta un 2% di vantaggio, quando è un somaro può fare un 30% di danni. Riguardo a Juric, tuttavia, mi sembra di poter dire che la sua strategia sia più mirata a non far giocare gli avversari che a proporre produzione offensiva, lo dicono anche i numeri. Al contempo, la squadra lotta e dà quello che ha, non vedo problemi di atteggiamento, e da questo punto di vista lo spirito del Toro viene interpretato nel modo giusto. Per dire, vedo i giocatori andare a contrasto e non rotolarsi per terra perdendosi in simulazioni...».
Ha visto il Napoli contro la Juve?
«Sì, è una squadra che si sta riprendendo, ha vinto una partita che fino a poche settimane fa non avrebbe portato a casa, ma ho visto anche una tra le migliori prestazioni della Juve in questa stagione».
Cosa si aspetta, quindi, da Napoli-torino?
«Sarà una gara in cui entrambe le squadre saranno obbligate a vincere. Il Napoli cerca di andare in Champions, il Toro vuole restare attaccato al treno europeo. Il pronostico è a favore del Napoli ma lo spazio per ribaltarlo c’è. Gli azzurri potrebbero non aver ritrovato tutte le certezze di un anno fa. Se il Toro partisse forte a inizio partita, potrebbe far innervosire gli uomini di Calzona e mettere la gara in discesa».
Azzurri in ripresa
Contro la Juve hanno vinto una gara che fino a poche settimane fa non avrebbero portato a casa
Granata tosti
La squadra lotta e dà quello che ha, non vedo problemi di atteggiamento