Azione divisa tra Cirio e Pd «Così ci sarà una diaspora»
L’ex segretario Susta: «Noi andremo con Più Europa e Italia viva»
«Ci sarà una diaspora dei dirigenti, ma soprattutto degli elettori. Questo sembra ormai inevitabile. Ma io continuo a credere nella possibilità di una proposta riformista e auspico la creazione di una lista in comune con Più Europa e Italia viva a sostegno del candidato del Pd, perché penso che non si possa stare con la destra illiberale che appoggia Alberto Cirio». Gianluca Susta, 67 anni, avvocato, già sindaco di Biella e vicepresidente del Piemonte, una lunga carriera politica tra Dc, Margherita, Pd e Scelta civica, è stato fino a qualche mese fa il segretario piemontese di Azione. Poi si è dimesso.
Susta, perché ha lasciato l’incarico?
«Proprio perché non condividevo, tra le altre cose, la direzione che si stava prendendo, verso un sostegno al presidente uscente Cirio».
Che giudizio dà del governatore?
«Cirio è una ottima persona, non posso dire niente. Ma politicamente non è stato capace di rilanciare il Piemonte e la sua industria, e di riposizionarli al centro dell’europa. Senza contare che è circondato da persone che sono tutt’altro che liberali».
Da una parte c’è chi vuole andare con Cirio, come Enrico Costa, Daniela Ruffino e Osvaldo Napoli, tutti ex di
Forza Italia. Dall’altra parte chi, come lei e la segretaria torinese Cristina Peddis, si troverebbe più a proprio agio con il centrosinistra. Pesano i rapporti personali?
«Non solo. Pesano i rapporti politici. Con il fallimento del terzo polo, che avrebbe dovuto scardinare i vecchi schieramenti, è chiaro che ciascuno si ricompatta in base alle proprie storie politiche personali. Quelli come me, per esempio, guardano a un centrosinistra riformista, che comunque è una cosa ben diversa dall’alleanza M5S-PD».
È per questo che gli azionisti provenienti dal centrodestra preferiscono Cirio a un Pd che non sa bene ancora se riuscirà a mettere in piedi o no il campo largo?
«Questo balletto infinito tra il Pd e il M5S non aiuta certo quelle componenti riformiste che sarebbero anche disponibili al dialogo. Il centrosinistra deve decidere se costruire un cartello elettorale o essere una alternativa riformista ed europeista alla destra».
In Abruzzo però Azione è andata nel «campo larghissimo» che va dai 5 Stelle ai renziani... «È inutile negare che il progetto liberale democratico su cui è nata Azione non c’è. Ma proprio per questo il campo andrebbe scelto prima. La risposta non può essere che in Sardegna si va con il terzo polo, in Abruzzo con la sinistra e in Piemonte con la destra nascondendosi nelle liste civiche. È un comportamento privo di strategia politica».
Quale sarà il destino di Azione in Piemonte?
«Una parte di elettorato andrà con Cirio, certo. Ma una grande fetta di elettori e dirigenti non condivide questa scelta, a Torino ma anche a Biella, Novara e in altre città. Per esempio, mi chiedo come gli amici di Alessandria possano sostenere la giunta di centrosinistra e al contempo Cirio. Molti confluiranno nel Pd oppure nelle liste civiche che, come io auspico, sosterranno i candidati del centrosinistra».
Susta
Una volta tramontato il terzo polo Costa, Ruffino e Napoli sono tornati a casa loro
Il balletto M5S-PD non aiuta Ma io penso che occorra ricostruire una proposta riformista