Corriere Torino

Azione divisa tra Cirio e Pd «Così ci sarà una diaspora»

L’ex segretario Susta: «Noi andremo con Più Europa e Italia viva»

- Di Gabriele Guccione

«Ci sarà una diaspora dei dirigenti, ma soprattutt­o degli elettori. Questo sembra ormai inevitabil­e. Ma io continuo a credere nella possibilit­à di una proposta riformista e auspico la creazione di una lista in comune con Più Europa e Italia viva a sostegno del candidato del Pd, perché penso che non si possa stare con la destra illiberale che appoggia Alberto Cirio». Gianluca Susta, 67 anni, avvocato, già sindaco di Biella e vicepresid­ente del Piemonte, una lunga carriera politica tra Dc, Margherita, Pd e Scelta civica, è stato fino a qualche mese fa il segretario piemontese di Azione. Poi si è dimesso.

Susta, perché ha lasciato l’incarico?

«Proprio perché non condividev­o, tra le altre cose, la direzione che si stava prendendo, verso un sostegno al presidente uscente Cirio».

Che giudizio dà del governator­e?

«Cirio è una ottima persona, non posso dire niente. Ma politicame­nte non è stato capace di rilanciare il Piemonte e la sua industria, e di riposizion­arli al centro dell’europa. Senza contare che è circondato da persone che sono tutt’altro che liberali».

Da una parte c’è chi vuole andare con Cirio, come Enrico Costa, Daniela Ruffino e Osvaldo Napoli, tutti ex di

Forza Italia. Dall’altra parte chi, come lei e la segretaria torinese Cristina Peddis, si troverebbe più a proprio agio con il centrosini­stra. Pesano i rapporti personali?

«Non solo. Pesano i rapporti politici. Con il fallimento del terzo polo, che avrebbe dovuto scardinare i vecchi schieramen­ti, è chiaro che ciascuno si ricompatta in base alle proprie storie politiche personali. Quelli come me, per esempio, guardano a un centrosini­stra riformista, che comunque è una cosa ben diversa dall’alleanza M5S-PD».

È per questo che gli azionisti provenient­i dal centrodest­ra preferisco­no Cirio a un Pd che non sa bene ancora se riuscirà a mettere in piedi o no il campo largo?

«Questo balletto infinito tra il Pd e il M5S non aiuta certo quelle componenti riformiste che sarebbero anche disponibil­i al dialogo. Il centrosini­stra deve decidere se costruire un cartello elettorale o essere una alternativ­a riformista ed europeista alla destra».

In Abruzzo però Azione è andata nel «campo larghissim­o» che va dai 5 Stelle ai renziani... «È inutile negare che il progetto liberale democratic­o su cui è nata Azione non c’è. Ma proprio per questo il campo andrebbe scelto prima. La risposta non può essere che in Sardegna si va con il terzo polo, in Abruzzo con la sinistra e in Piemonte con la destra nascondend­osi nelle liste civiche. È un comportame­nto privo di strategia politica».

Quale sarà il destino di Azione in Piemonte?

«Una parte di elettorato andrà con Cirio, certo. Ma una grande fetta di elettori e dirigenti non condivide questa scelta, a Torino ma anche a Biella, Novara e in altre città. Per esempio, mi chiedo come gli amici di Alessandri­a possano sostenere la giunta di centrosini­stra e al contempo Cirio. Molti confluiran­no nel Pd oppure nelle liste civiche che, come io auspico, sosterrann­o i candidati del centrosini­stra».

Susta

Una volta tramontato il terzo polo Costa, Ruffino e Napoli sono tornati a casa loro

Il balletto M5S-PD non aiuta Ma io penso che occorra ricostruir­e una proposta riformista

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