Mirafiori in cassa fino al 20 aprile
Stellantis prolunga la Cig per 2 mila operai. L’elettrico non decolla, da gennaio vendute solo 479 Fiat 500e
Mirafiori si ferma ancora. Stellantis ha annunciato ai sindacati metalmeccanici altre tre settimane di cassa integrazione, dal 2 al 20 aprile, che vanno a sommarsi alle sette settimane di Cig in corso (fino al 30 marzo) sulle linee della 500e e della Maserati.
In pratica da inizio a anno e fino a primavera inoltrata la produzione dello stabilimento torinese continua a procedere a singhiozzo, allontanando il traguardo delle centomila vetture assemblate l’anno. Con ogni probabilità nel 2024 Mirafiori faticherà a raggiungere quota 50 mila auto, complice un mercato dell’elettrico che non decolla nel nostro paese e la fine produttiva di alcuni modelli Maserati, Ghibli, Quattroporte e Levante.
«Vi informiamo che, in seguito alla necessità di adeguare i flussi produttivi delle vetture Fiat 500 Bev e Maserati Granturismo al transitorio andamento della domanda di mercato — ha reso noto l’azienda ai sindacati — si procederà con le sospensioni temporanee dell’attività lavorativa presso le unità produttive del Polo di Torino». Lavoreranno quindi a ritmo ridotto fino a fine aprile 1.200 operai della linea 500 Bev e i mille operai della Maserati.
Il gruppo franco-italiano conta su una ripresa del mercato dell’elettrico già a maggio grazie agli incentivi messi in campo dal governo. Ma la partenza è in salita. La Fiat 500e, modello di punta di Mirafiori, è un’auto principalmente da esportazione. In Italia vende poco, pochissimo. Nei primi due mesi dell’anno, secondo i dati Unrae, sono state immatricolare appena 479 Fiat 500e, che corrispondono a due turni circa di lavoro a Mirafiori. La Model Y di Tesla, pur costando 13 mila euro in più della 500e, viaggia su 1.500 immatricolazioni tra gennaio e febbraio.
«È sempre più evidente che a Mirafiori serve un nuovo modello — ha affermato Luigi Paone della Uilm Torino — ci aspettano mesi complicati, chiediamo alle istituzioni di accelerare un percorso che dia prospettive e futuro a tutto il comparto automotive torinese». Per metà aprile i lavoratori di Mirafiori hanno proclamato 8 ore di sciopero e un a manifestazione per chiedere il rilancio del comparto. Spiega Edi Lazzi, Fiom Cgil Torino: «È sempre più forte l’esigenza di sostenere le richieste dei sindacati e quindi un nuovo modello per Mirafiori. La città di Torino continua a perdere ricchezza a causa dell’abbandono dell’automotive».