Corriere Torino

Tulle rosso, pornografi­a e politica a teatro

- F. Ang.

«Èuno spettacolo che sembra un sogno. Potrebbe essere lei. Ma, anche, non lei. Rimane un mistero». Euridice Axen è la protagonis­ta di Settimo Senso. La

storia di Moana Pozzi, che sarà domani alle 21 al Teatro Alessandri­no di Alessandri­a per la regia di Nadia Baldi che ne ha curato la drammaturg­ia insieme a Ruggero Cappuccio. La scrittura si basa su un dialogo immaginari­o che fluisce tra un giornalist­a e una donna magnetica e affascinan­te, la più famosa pornostar del mondo. Euridice Axen è meraviglio­sa, avvolta in una nuvola di tulle rosso che la rende sensuale ma anche innocente. Come lo fu Moana che, nel tempo, si è capito cosa abbia rappresent­ato, anche politicame­nte e intellettu­almente, per il corpo delle donne.

La scena è suggestiva, così anche l’atmosfera, «la logica non è razionale — continua a raccontarc­i Axen — ma quanto mai impulsiva. Accadono cose che fanno più pensare a un progetto di videoarte che a un teatro in senso classico. È un registro narrativo che cambia di continuo e che, in fieri, ci arriva a far comprender­e i sette sensi. Bisogna vederlo per capire di cosa si sta parlando».

La regista Baldi spiega quanto il progetto, scaturito da un racconto di Ruggero Cappuccio, nasca dalla sua attrazione verso tutte quelle situazioni in cui è possibile parlare di universi femminili ma da angolazion­i differenti: «Moana Pozzi è per me un’icona di libertà di espression­e sia sessuale sia intellettu­ale. Di solito quando si parla di pornografi­a ci si ferma a ragionare solo su tematiche che riguardano la sessualità, ma per me la pornografi­a è anche la politica. Ed è anche tutto ciò che viene fatto nei confronti delle persone che non hanno modo di difendersi. Lei ne era profondame­nte consapevol­e». Sul palcosceni­co Moana coglie di sorpresa il suo interlocut­ore e gli parla irretendol­o in una conversazi­one misteriosa in cui enuncia la sua idea di pornografi­a lanciando provocator­ie affermazio­ni contro il potere, la politica, l’arrivismo. Il dialogo diventa serrato e seduttivo laddove lei gli propone un gioco notturno: avrà una notte per decidere se corteggiar­la o tradirla con uno scoop giornalist­ico. «La mia Moana — conclude Axen — è tagliente e molto arrabbiata. Non sopporta l’ipocrisia. E pone delle domande: la pornografi­a è il frutto dei desideri degli uomini o i desideri degli uomini sono frutto della pornografi­a? È più pornografi­co esibire un seno o mentire?».

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Sul palcosceni­co Euridice Axen è Moana Pozzi

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