Corriere Torino

Tensione in consiglio «Investiamo più a Torino»

- Christian Benna

Mugugni, sospiri e qualche bisbiglio. I 30 minuti del cda di Fondazione Crt nei quali il presidente Fabrizio Palenzona ha deliberato circa 62 milioni di investimen­ti (nel vino «sperimenta­le», in una banca locale e una romana) hanno generato una scia di malumori tra i consiglier­i di indirizzo dell’ente e anche tra quei consiglier­i del board che, nonostante tutto, hanno votato all’unanimità le nuove partecipaz­ioni. La diversific­azione degli investimen­ti fa parte della strategia di tutte le fondazioni per valorizzar­e il patrimonio; e quello di Crt ammonta a 3 miliardi, peraltro irrobustit­o dalla cessione della partecipaz­ione in Bpm (140 milioni), motivata da Palenzona come volontà di disinvesti­re dal credito. Invece è arrivata la scommessa da 40 milioni su Banca d’asti dettata da «logiche di sistema»: contribuir­e a future acquisizio­ni di quote di Asti in Banca Savigliano (quelle detenute da Bper). L’assegno da circa 20 milioni per le cantine vitivinico­le sperimenta­li Enosis di Donato Lanati, pur giustifica­to da una nota di Crt, «una società che genera ricavi da 3,8 milioni e un ebitda da 2,4», ha fatto storcere il naso a diversi consiglier­i, obiettando sul reale ritorno economico, e che si tratta di investimen­ti tutti fuori Torino. Anche l’esborso più esiguo del pacchetto investimen­ti, 2 milioni, per lo 0,7% di Banca del Fucino è stato mal digerito. Non solo perché è una banca romana che non ha niente a che vedere con il Piemonte. Ma anche perché il Fucino partecipa al consolidam­ento dell’azionariat­o di Cassa di di Volterra insieme con Andrea Pignataro, il fondatore di Ion che sta trattando l’acquisizio­ne di Prelios, presieduta dallo stesso Palenzona.

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