«In questo mondo moderno, siamo tutti nomadi»
Èun assolo ma raccoglie e convoglia in una ipnotica coreografia di 60 minuti le danze, le reinterpretazioni, gli alti salti dei Masai che rimbalzano, però, e hanno ripercussioni anche per noi, genere umano in cammino. Si parla del viaggio dei nomadi, com’è transumante questa fiera popolazione africana, ma metaforicamente del viaggio di tutti in questa vita, fra legami con il passato e sfide del presente. Domani alle 21 alla Lavanderia a Vapore, per la stagione di Palcoscenico danza del Tpe, va in scena We are
nomads del potente e autodidatta danzatore e coreografo keniota Fernando Anuang’a.
Lei ha lavorato molto in Europa. Come le diverse culture si influenzano nel suo lavoro?
«Vivo fra Kenya e Francia e questo mi ha fatto comprendere culture diverse. Mi ha permesso di vedere il mondo sviluppato, con le sue problematiche e sfide, e mi ha fatto apprezzare la cultura keniota. In nuovi luoghi possiamo scoprire cose di cui non eravamo a conoscenza. Non solo scopriamo nuovi luoghi, ma l’essere lontani da una nazione ci fa vedere la tradizione e la cultura del tuo paese sotto un’altra luce».
Nei suoi spettacoli le differenze culturali sono più una questione di tecnica o di sensibilità?
«In Europa ci si pone più la domanda della tecnica e del perché, mentre in Kenya vedo che è più una questione di sentire e di sensibilità. Penso che avere sia la tecnica che la sensibilità sia la giusta combinazione»
Questo spettacolo è un assolo, mentre le danze masai sono sempre corali. Come mai questa scelta?
«In questo spettacolo i Masai sono solo un’ispirazione, ma la creazione non è sulla danza masai. Riguarda la ricerca di qualcosa come fanno i nomadi per soddisfare i nostri bisogni nella vita e per questo credo che siamo tutti nomadi nel mondo moderno».
In Europa qual è stato il suo incontro artistico più importante?
«Con Carolyn Carlson. È stato fondamentale seguire le sue masterclass e lavorare sulla semplicità del movimento e sulla libertà».
E in Africa?
«Lavorare con i grandi musicisti Rokia Traore del Mali e lo scomparso Ayub Ogada del Kenya».
We are nomads è uno spettacolo su quale viaggio?
«È un viaggio di auto-scoperta alla ricerca della pace nonostante le difficoltà che si hanno nella vita. Le difficoltà sono ciò che rende la vita piacevole quando alla fine arriviamo a ciò che cercavamo»
Questo spettacolo è un viaggio di autoscoperta alla ricerca della pace