Corriere Torino

La domenica di pioggia: con i figli in libreria. E un felice incontro

- Di Serena Dentico

Se è domenica, piove, i bambini sono a casa (e magari pure un po’ noiosi), puntare sulla gita in libreria può essere il giusto grimaldell­o per forzare la giornata a prendere una piega decente. È un’ottima scusa, tra l’altro, per finalizzar­e qualche acquisto che rimandavam­o da tempo, dato che trascorrer­e più di 5 minuti davanti all’espositore delle ultime novità della narrativa è per noi tutti un lusso più prezioso della numero uno di zio Paperone.

Bene.

Quando ogni membro della famiglia ha compiuto le proprie scelte (e noi abbiamo dovuto comunque arraffare quello che potevamo in 4 minuti e 35 secondi, prima che l’intero reparto bambini venisse spalmato al suolo e trasformat­o nel tappeto della Moschea dello sceicco Zayed) è finalmente ora di uscire. Ognuno con il proprio libro in mano e con la propria gioia nel cuore: chi per aver scelto un giallo di Agatha Mistery, chi per aver ottenuto il trentesimo albo illustrato di camion e trattori. Il cuore di genitore si gonfia di fierezza perché, diciamocel­o, ci piace che i nostri bambini se ne vadano in giro con il libro sotto il braccio, piuttosto che con le video-diavolerie sotto gli occhi.

Ed ecco che si avvicina una signora. Anzi, una Signora. Una che la pioggia non ha minimament­e scalfito nella sua eleganza d’altri tempi. Cappotto color melanzana, ombrello in tinta, calze velate, décolleté di vernice, capelli in piega perfetta. Alta e algida, si accosta a noi con uno sguardo austero, osserva attentamen­te i bambini con i libri in mano. Il petto di genitore si sgonfia e inizia a pulsare di terrore. La Signora penserà che ai suoi tempi i bambini leggevano il libro Cuore, e non i gialli di Sir Steve Stevenson (alias Mario Pasqualott­o), e che anche ai più piccoli — che diamine — si potrebbe proporre qualcosa di più edificante dei libri illustrati, con i trattori poi.

Si avvicina sempre di più, e con lei il momento del Giudizio, della battuta che non lascia replica. Si sente arrivare il fendente, serpeggia il sibilo della spada, che — come scrive Yukio Mishima — una volta snudata, non può essere rinfoderat­a senza aver ucciso. Che il destino si compia, dunque.

Quando la Signora è a un passo dal bambino grande, l’espression­e del suo viso, però, appare trasfigura­ta. Lo sguardo è illuminato e la tensione degli zigomi è sciolta in un sorriso entusiasta. «Woooow, ma come ti sta bene questo berretto bianco-nero! Ah, è proprio perfetto, bravissimo! Non si molla! E mi raccomando: teniamo duro e tifiamo forte! Ciao!».

Triplice morale della storia. Uno: i genitori trovano sempre (almeno) una buona ragione per sentirsi giudicati (male). Due: anche le Signore con i tacchi alti e la piega perfetta possono essere tifose di calcio. Tre: andare in libreria è sempre una buona idea (oltre ai libri scritti dagli altri, può succedere di riuscire a portarsi a casa un racconto proprio).

Quando la Signora è a un passo dal bambino grande, l’espression­e del suo viso, però, appare trasfigura­ta Lo sguardo è illuminato

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