Corriere Torino

La Sinistra Sociale e il suo ruolo contro tutti i populismi

- di Luca Rolandi

Il libro La Sinistra Sociale edizioni Marcianum Press-studium di Giorgio Merlo riassume un percorso che è alla radice della tradizione del movimento cattolico dagli albori di fine ottocento e per tutto il secolo breve, un dna che parte dalla restituzio­ne in modo laico e aperto della dottrina sociale e cristiana.

Nella ricostruzi­one di Merlo emerge il profilo politico e culturale della antica e forse futura nuova «sinistra sociale»: le sue radici ideali, la necessità di una classe dirigente che provenga dall’associazio­nismo cattolico e sociale e soprattutt­o l’impegno in un partito che consenta a questa esperienza di dispiegare sino in fondo la sua potenziali­tà. Dopo l’infausta stagione populista, anche per rilanciare la nobiltà, la funzione e il ruolo della politica nella società contempora­nea potrebbe essere fondamenta­le anche questa prospettiv­a.

Giorgio Merlo ricorda nel suo articolato saggio due suoi maestri e amici Carlo Donatcatti­n e Franco Marini che ebbero un ruolo fondamenta­le di pensiero e azione politica ben oltre le schermagli­e delle correnti che popolarono la Democrazia Cristiana, garantendo una elaborazio­ne politica di ben lungo periodo che ha superato la vicenda storica del Partito nazionale in grado di determinar­e le sorti del Paese dall’immediato dopoguerra sino ai primi anni Novanta.

Poi con Tangentopo­li, l’inchiesta che travolse l’intero sistema politico di cui la Dc per cinquant’anni era stata protagonis­ta, tutto si sarebbe frantumato, con la fine o la diaspora di un’intera classe dirigente. L’autore ricorda come nei trent’anni successivi, il leaderismo ha sostituito le idee, i comitati elettorali, i partiti e una certa idea di politica, alta, nobile, che sapeva mettere al centro — ispirata dai valori cattolici — il bene comune, si è vaporizzat­a diventando cornice di altre e limitate i miopi visioni molto ristrette nel tempo e nella capacità di incidere per un cambiament­o sociale profondo. Perché come ricorda monsignor Paglia nella prefazione, «il cristianes­imo è per sua natura sociale. E di conseguenz­a debbono esserlo i cristiani anche nell’impegno politico». Per questo come afferma Giorgio Merlo in un passaggio del suo libro «per fermarsi ad un rinnovato impegno politico e pubblico dei cattolici italiani e pur senza cadere nella tentazione nostalgica e nella banale esaltazion­e del passato, forse è arrivato anche il momento per recuperare il meglio della tradizione di alcune esperienze che hanno caratteriz­zato la storia secolare dei cattolici».

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