I 5stelle più morbidi, alleanza possibile sulla sanità: la Pellerina non è più un tabù
A72 ore dall’assemblea del Partito Democratico, da cui sabato 16 marzo «si uscirà o con un’alleanza certificata o con il nome di un candidato autonomo», l’esistenza del campo largo in Piemonte si stringe sui temi. Partendo dai punti di contatto, il nodo Pellerina si è quantomeno ammorbidito, dopo mesi di discussione fra il Pd e il Movimento 5 stelle. A margine del consiglio regionale a Palazzo Lascaris, la capogruppo pentastellata Sarah Disabato, da sempre aspra nei toni riguardo la questione, si lascia sfuggire che «l’ospedale non sarà un punto di rottura» per l’alleanza. Più in generale, «lo sarà l’edilizia sanitaria, come modalità di finanziamento, che deve tornare al pubblico». D’altronde non è certo un caso che il gruppo locale dei 5 stelle, all’indomani del fallimento del centrosinistra in Abruzzo, abbia deciso di partire in Piemonte con una campagna elettorale autonoma e 12 proposte anti-cirio, focalizzate proprio sulla sanità, con l’obiettivo di portarsi avanti nella discussione con i potenziali alleati. Con l’assemblea democratica alle porte, «restiamo sui temi – assicura Disabato (nella foto) –. L’alleanza la si costruisce su delle intese programmatiche. La nostra discussione non è sui nomi. Come dopo la Sardegna, anche alla luce dei risultati in Abruzzo, continuo a dire che il Piemonte è un’altra cosa. Dobbiamo metterci d’accordo su un programma e dei progetti calati sulla realtà della nostra regione. Solo così si evita la sommatoria dei voti che, fine a se stessa, non giova a nessuno».
Di tutt’altro stile, in casa Pd, invece, si discute soprattutto di nomi. Sia da Roma che dal gruppo locale, la strada delle primarie non è più considerata un’opzione percorribile. I nomi di Daniele Valle, capogruppo regionale bonacciniano ed espressione piemontese, e della deputata schleniana, Chiara Gribaudo, sono ancora i primi in lizza per sfidare il 2 giugno il governatore uscente, Alberto Cirio. Podio su cui sale anche l’assessora al Lavoro del comune di Torino, Gianna Pentenero, nome che, unito a quello di Valle, «sarebbe l’ideale per non scontentare nessuno». O in alternativa quello di Raffaele Gallo accanto a Gribaudo, come sintesi fra le correnti.
Garante e iniziatore del campo largo piemontese, il vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, che a novembre aveva messo per la prima volta sullo stesso palco Chiara Appendino e Chiara Gribaudo «per trovare un’alternativa a Cirio. E mi rivolgo a tutte le forze civiche, politiche, democratiche, ecologiste, progressiste piemontesi: serve un campo giusto, l’unità non è solo una somma matematica, può produrre entusiasmo e fiducia – dichiara mentre il Parlamento è in corso il voto sul codice della strada –. Non possiamo permetterci di cedere ancora una volta il Piemonte alle destre peggiori della storia repubblicana, quelle che hanno permesso il collasso del sistema sanitario, l’insostenibilità della qualità dell’aria e della vita e il crollo dei salari. Non ci sono alibi per non seguire la strada dell’unità e regalare il Piemonte a tavolino».