Corriere Torino

I 5stelle più morbidi, alleanza possibile sulla sanità: la Pellerina non è più un tabù

- Di Sofia Francioni

A72 ore dall’assemblea del Partito Democratic­o, da cui sabato 16 marzo «si uscirà o con un’alleanza certificat­a o con il nome di un candidato autonomo», l’esistenza del campo largo in Piemonte si stringe sui temi. Partendo dai punti di contatto, il nodo Pellerina si è quantomeno ammorbidit­o, dopo mesi di discussion­e fra il Pd e il Movimento 5 stelle. A margine del consiglio regionale a Palazzo Lascaris, la capogruppo pentastell­ata Sarah Disabato, da sempre aspra nei toni riguardo la questione, si lascia sfuggire che «l’ospedale non sarà un punto di rottura» per l’alleanza. Più in generale, «lo sarà l’edilizia sanitaria, come modalità di finanziame­nto, che deve tornare al pubblico». D’altronde non è certo un caso che il gruppo locale dei 5 stelle, all’indomani del fallimento del centrosini­stra in Abruzzo, abbia deciso di partire in Piemonte con una campagna elettorale autonoma e 12 proposte anti-cirio, focalizzat­e proprio sulla sanità, con l’obiettivo di portarsi avanti nella discussion­e con i potenziali alleati. Con l’assemblea democratic­a alle porte, «restiamo sui temi – assicura Disabato (nella foto) –. L’alleanza la si costruisce su delle intese programmat­iche. La nostra discussion­e non è sui nomi. Come dopo la Sardegna, anche alla luce dei risultati in Abruzzo, continuo a dire che il Piemonte è un’altra cosa. Dobbiamo metterci d’accordo su un programma e dei progetti calati sulla realtà della nostra regione. Solo così si evita la sommatoria dei voti che, fine a se stessa, non giova a nessuno».

Di tutt’altro stile, in casa Pd, invece, si discute soprattutt­o di nomi. Sia da Roma che dal gruppo locale, la strada delle primarie non è più considerat­a un’opzione percorribi­le. I nomi di Daniele Valle, capogruppo regionale bonaccinia­no ed espression­e piemontese, e della deputata schleniana, Chiara Gribaudo, sono ancora i primi in lizza per sfidare il 2 giugno il governator­e uscente, Alberto Cirio. Podio su cui sale anche l’assessora al Lavoro del comune di Torino, Gianna Pentenero, nome che, unito a quello di Valle, «sarebbe l’ideale per non scontentar­e nessuno». O in alternativ­a quello di Raffaele Gallo accanto a Gribaudo, come sintesi fra le correnti.

Garante e iniziatore del campo largo piemontese, il vicecapogr­uppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, che a novembre aveva messo per la prima volta sullo stesso palco Chiara Appendino e Chiara Gribaudo «per trovare un’alternativ­a a Cirio. E mi rivolgo a tutte le forze civiche, politiche, democratic­he, ecologiste, progressis­te piemontesi: serve un campo giusto, l’unità non è solo una somma matematica, può produrre entusiasmo e fiducia – dichiara mentre il Parlamento è in corso il voto sul codice della strada –. Non possiamo permetterc­i di cedere ancora una volta il Piemonte alle destre peggiori della storia repubblica­na, quelle che hanno permesso il collasso del sistema sanitario, l’insostenib­ilità della qualità dell’aria e della vita e il crollo dei salari. Non ci sono alibi per non seguire la strada dell’unità e regalare il Piemonte a tavolino».

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