Uilm: «Stellantis frena. In città a rischio 3 mila posti»
Il segretario Palombella: con lo sciopero del 12 aprile chiediamo più investimenti per Mirafiori
Il rinnovo dei contratti con più salario e ad orario ridotto, così da migliorare le condizioni di lavoro e di vita degli operai metalmeccanici. È questo l’obiettivo della Uilm, che ieri si è ritrovata a Torino per il Consiglio regionale al teatro Q77 di corso Brescia.
La volontà è quella di capire se si può parlare di 35 ore settimanali anche nel nostro Paese. La resistenza più forte riguarda la produttività, tema che puntualmente viene tirato fuori e che, in un ipotetico tavolo di concertazione nazionale dove si deve tenere conto degli equilibri di interi settori e di realtà diverse, non potrebbe non essere affrontato. Eppure, alcuni tentativi di passaggio alle 35 ore settimanali si sono già visti sia nell’occhialeria, come in Luxottica. Una battaglia che oggi viene combattuta anche dai sindacati dei metalmeccanici, dalla Fiom alla Fim, con la Uilm in testa, pronti a chiedere anche un aumento per il livello medio di riferimento di 280 euro.
«Per affrontare gli effetti occupazionali della transizione ecologica sono necessari programmi strutturali, non solo incentivi, oltre a strumenti straordinari, come la riduzione dell’orario di lavoro a parità salariale — ha affermato Rocco Palombella, segretario generale Uilm—. Per il futuro di Mirafiori occorrono nuovi modelli e una strategia industriale che rilanci tutti gli stabilimenti abbattendo l’utilizzo della cassa integrazione. Il rallentamento del settore mette a rischio 3 mila addetti nell’indotto. Il 12 aprile — ha aggiunto — con lo sciopero manderemo un messaggio chiaro: non possiamo più aspettare». Se un tempo Torino poteva definirsi la capitale dell’auto, infatti, oggi non è più così. Solo negli ultimi 7 anni la città, considerando anche l’indotto, ha perso 40 mila posti di lavoro. «Con la transizione ecologica il numero si alzerà ancora — aggiunge Luigi Paone, segretario Uilm di Torino — per questo anche in fabbrica diventa fondamentale ridurre l’orario di lavoro senza abbassare il salario, come avviene negli uffici. In questo modo si possono occupare più persone e ridistribuire la ricchezza».
E a proposito di indotto oggi la Fiom Cgil lancerà una raccolta fondi a sostegno dei 108 operai della Delgrosso di Nichelino, specializzata in filtri olio per motori endotermici, passata dall’essere la miglior impresa fornitrice della Fiat e poi di Fca fino alla liquidazione giudiziale.