Immaginare il futuro fuori dalla comfort zone Sei voci indipendenti domani al Cafè Müller
Cosa sta succedendo a Torino? Quasi un miliardo di investimenti con i fondi PNRR; il sistema della produzione automotive in crisi; il sistema della produzione legato al sistema dell’aerospazio in grande lancio; in attesa di essere il centro per l’italia delle ricerche sull’intelligenza artificiale; città in crisi demografica ma con una forte attrattività delle sue università e del suo heritage culturale… insomma, ci attende un secondo quarto di secolo molto interessante! Come possiamo aiutare, comprendere meglio, sfruttare collettivamente questa transizione? Ne parliamo sabato mattina ascoltando sei voci indipendenti al Cafè Müller, in via Sacchi 18, a Torino. Partiremo dalla transizione demografica, che impatta su tutta Europa ma che sta colpendo più duramente proprio le grandi città ex fordiste: Chiara Pronzato ci metterà sotto il naso dati ineludibili, che necessitano politiche serie sia per quanto riguarda la famiglia che la nuova e futura immigrazione. Continueremo con una analisi del sistema produttivo locale e della sua competitività, con una disamina approntata da Giampaolo Vitali.
Poi vedremo alcune nuove prospettive collegate al cambiamento climatico raccontate da Elisa Palazzi e l’impatto potenziale dell’intelligenza artificiate indagata da un grande esperto come Simone Arcagni. Chiuderemo con due voci molto giovani rispetto al ruolo delle nuove generazioni per il sociale e la politica, con due interventi appassionati di Giorgio Brizio e della vice sindaca di Grugliasco Elisa Martino.
Vorremmo che tutti potessero ascoltare e costruire progressivamente una base comune di dati e di sapere sulla quale incontrarsi per immaginare nuove politiche. Qualcosa di lontano dallo stile contemporaneo dello scontro, più simile invece a nuove forme di coopetizione (cooperazione più competizione) che consentirebbero a tutti di avere più fiducia e magari più coraggio rispetto a scelte anche difficili. Uscire dalla nostra comfort zone in questo momento di grande frammentazione è difficile, ma necessario. Come necessario è immaginare un futuro condiviso per la nostra città.