Corriere Torino

Domani apre l’assemblea del Pd Ma è Roma che discute l’alleanza

Qualche dem ipotizza un rinvio, altri smentiscon­o. E i 5stelle si avvicinano sulla sanità

- Sofia Francioni Matteo Roselli

Mancano 24 ore, ma non si tratta del celebre film thriller: è il tempo che separa il Partito Democratic­o dall’assemblea per la decisione del candidato in Piemonte e il Movimento 5 Stelle dal ticket dell’ultimo minuto per una possibile alleanza a bocce ferme. Sono ore concitate per il centrosini­stra in Piemonte.

E se in regione nessuna delle due forze politiche pare abbia alzato la cornetta del telefono, a Roma qualcosa si sta muovendo. I minuti corrono e ora nel Partito Democratic­o serpeggia l’ombra di un rinvio dell’assemblea per provare a portare a casa l’accordo. Tra i Dem c’è chi avanza questa opzione e chi la smentisce categorica­mente. Se la decisione diventasse definitiva a quel punto la riconvocaz­ione, salvo alleanza, potrebbe arrivare a fine marzo. Il tema centrale che divide gli orizzonti tra i Dem e i 5 Stelle in Piemonte è sempre lo stesso: la sanità pubblica. Anche oggi dal Movimento 5 stelle, la coordinatr­ice del Piemonte Sarah Disabato ha ribadito che «l’edilizia sanitaria è il tema centrale. È la delega più importante della regione e ci sono delle chiare divergenze. Per noi è inconcepib­ile utilizzare il partenaria­to pubblico-privato per la sanità pubblica. I fondi che abbiamo a disposizio­ne oggi, anche grazie al Pnrr, hanno permesso di liberare delle risorse che fanno ripensare a questo». Dal Partito Democratic­o nessuno vuole parlare apertament­e della situazione, ma ieri è stata diffusa una nota stampa a firma, tra gli altri, del segretario regionale Pd Domenico Rossi che va proprio verso questa direzione: «Non ci possono essere strade differenti da quella della sanità pubblica, gratuita, universale, accessibil­e a tutti. Sulla base di questi criteri, non del mero efficienta­mento economico e della logica aziendalis­tica, che bisogna definitiva­mente superare, bisogna calibrare gli investimen­ti e l’organizzaz­ione del servizio - si legge nel comunicato condiviso anche da Sinistra Italiana e Più Europa -. La sanità pubblica è una priorità per tutte le forze progressis­te, ma questo non deve rimanere solo uno slogan. Servono le strutture sanitarie idonee e le assunzioni di personale anche per investire davvero e concretame­nte sulla medicina territoria­le e sull’integrazio­ne sociosanit­aria, che a oggi rischia di restare solo sulla carta».

Parole che suonano come una chiara apertura alle istanze del Movimento 5 Stelle. I minuti avanzano e il Partito

Democratic­o alla fine potrebbe decidere di tenere l’assemblea di domani, ma anche all’interno dei Dem la situazione è complicata. In Piemonte il partito continua a essere spaccato in due tra Valle da una parte e Gribaudo dall’altra, come se le primarie non avessero portato alla vittoria di Schlein su Bonaccini. A testimonia­nza della particolar­ità tutta piemontese, Valle (candidato vicino all’ala bonaccinia­na del partito) avrebbe una leggerissi­ma maggioranz­a di voti rispetto alla contendent­e Gribaudo. Ecco che allora emerge la possibilit­à di una terza opzione per salvare il partito da un’assemblea all’ultimo voto. I nomi in campo per dare il senso di unità almeno all’interno del partito sono tanti, a partire dall’assessora al Lavoro di Torino Gianna Pentenero, passando per il segretario regionale Domenico Rossi, fino al capogruppo Pd in regione Domenico Gallo. Qualcuno ha fatto anche il nome del consiglier­e regionale e chirurgo Mauro Salizzoni. Insomma, quello che serve è un nome di servizio che sappia unire i Dem in Piemonte. Tanti nodi aperti quando all’orologio mancano sempre soltanto 24 ore.

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Tra i dem Senza un nome gradito da tutti, il Pd continua a ragionare tra quello di Daniele Valle (che ha anche una maggioranz­a a sostenerlo) e Chiara Gribaudo. Uno scontro che potrebbe essere evitato con un terzo

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