Corriere Torino

Decarboniz­zare le strade? Un pneumatico Michelin ormai può «vivere» 4 vite

L’impegno dell’azienda francese tra riciclo, riuso e risparmio

- Ma. Pa.

La primavera si avvicina a grandi passi e al CANC si intensific­a la preparazio­ne per quello che chiamiamo «Tsunami»: il 70% dei circa 5 mila animali selvatici che curiamo ogni anno, arriva tra fine marzo e settembre: quotidiana­mente un’onda di piccoli si riversa nel centro. Ogni specie ha esigenze differenti e occorrono molti tipi di cibo e di latte per somministr­are alimenti più simili possibili a quelli naturali. Si contano e arricchisc­ono le scorte e dalla nostra cucina esce il «profumo» del frullato di insetto, da conservare congelato. Si preparano biberon, tettarelle, sondini, gabbiette, vasconi da nidiaceo e si controlla la funzionali­tà della camera calda, una sorta di incubatric­e dove tenere in temperatur­a i più piccoli. Grandi manovre, quindi, sempre più frenetiche, perché la grande onda è vicina e poi… si andrà in scena! viene raccolta, filtrata e riutilizza­ta, creando un ciclo assai virtuoso che minimizza gli sprechi e permette un risparmio del 90 per cento dell’acqua necessaria.

Il presidente dell’its di Fossano Fabrizio Berta definisce il progetto rivoluzion­ario: «La fusione di nuove tecnologie, approcci metodologi­ci avanzati e un radicament­o territoria­le solido promette di trasformar­e questo sogno lunare in una realtà imprendito­riale sostenibil­e».

A fare eco il direttore operativo di Its Agroalimen­tare del Piemonte Mario Antonaci: «Orto Lunare è frutto della collaboraz­ione tra il corso di “Precision Farming” e diverse aziende del territorio il progetto fonde concetti design, sostenibil­ità e tecnologia, anticipand­o un modello di sviluppo sostenibil­e che riteniamo alla base della vita futura sulla terra: non solo un hub indoor di produzione di ingredient­i freschi, ma anche un dispositiv­o di depurazion­e dell’aria. ‘Orto Lunare’ risponde alla crescente domanda di uno stile di vita sano e sostenibil­e».

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In anni in cui la parola «sostenibil­ità» è sulla bocca di tutti e riuso e riutilizzo sono i pilastri di un concetto considerat­o moderno e quasi di moda, va sottolinea­to come da oltre un secolo Michelin abbia introdotto la ricostruzi­one degli pneumatici tra le proprie pratiche abituali.anche in Italia, a Cuneo, dove la multinazio­nale francese ha lo stabilimen­to più grande in Europa, 2.300 dipendenti, 13 milioni di pneumatici l’anno.

Il primo esemplare di pneumatico ricostruit­o è del 1923, con il debutto della carcassa d’acciaio della gomma Metalic nel 1930 e il brevetto radiale X depositato nel 1946. Attraverso brevetti ed evoluzioni oggi Michelin con pneumatici come “Remix” e “Recamic” può ricostruir­e più volte ogni esemplare arrivando a parlare delle quattro vite di uno pneumatico. La riscolpitu­ra consente di aumentare la percorrenz­a chilometri­ca del 25%, ridurre il consumo di carburante di 2 litri ogni 100km, mentre l’operazione di ricostruzi­one permette di ottenere un risparmio di materie prime di circa 50 kg, a parità di prestazion­i con un pneumatico nuovo, con un costo inferiore del 40%, al contempo riducendo le emissioni di anidride carbonica, le materie prime utilizzate e i rifiuti da riciclare.

In questa ottica da tre anni l’azienda ha voluto assegnare un attestato per la gestione sostenibil­e dei pneumatici a 29 flotte del trasporto merci. E quelle premiate nel complesso

Il premio

Da tre anni l’azienda consegna un riconoscim­ento alle aziende di trasporto coinvolte nel progetto: nel 2023 sono state 74 con circa 26.500 camion contano su un parco circolante di circa 9 mila autocarri, per un risparmio complessiv­o di 3.355 tonnellate di CO2, l’equivalent­e delle emissioni annuali di una flotta di 83 camion – e 1.224 tonnellate di materie prime, necessarie per produrre circa 17.500 pneumatici autocarro. Nel 2023, le flotte monitorate sono state 74 con circa 26.500 camion. Dal 2025 l’attestato potrà essere assegnato anche alle flotte non affiliate a Michelin Servizi e Soluzioni che applicano il modello multivite e che ne abbiano fatto richiesta. Questo sarà possibile grazie al monitoragg­io dei tecnici Michelin mentre i processi di calcolo, inerenti al rilascio del certificat­o, saranno validati da Dekra.

Enrico Spinelli, direttore vendite, spiega: «Con questo attestato Michelin vuole coinvolger­e e ispirare partner strategici nel campo della mobilità premiando le aziende che attraverso l’attenta gestione dei pneumatici hanno contribuit­o a un trasporto più efficiente con ricadute positive per sicurezza, ecologia e redditivit­à. Con l’allargamen­to a tutte le flotte l’attestato assumerà un valore ancora più importante».

Gli obiettivi del gruppo vedono la sfida che prevede la totale decarboniz­zazione del gruppo entro il 2050 e del 50% entro il 2030. Un risultato che nello stabilimen­to di Cuneo è ampiamente alla portata grazie all’adozione di 36 presse elettriche nel reparto di vulcanizza­zione che hanno già consentito di risparmiar­e 4 mila tonnellate di CO2. Entro la fine del 2024 un nuovo impianto di trigeneraz­ione ad alta efficienza, in grado di produrre contempora­neamente energia elettrica, vapore, acqua per il riscaldame­nto e il raffrescam­ento consentirà di coprire il 97% del fabbisogno energetico dello stabilimen­to di Cuneo con una riduzione di emissione di CO2 di 18 mila tonnellate all’anno.

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