Corriere Torino

«Nemiche geniali» e l’amicizia femminile

- Nemiche geniali Francesca Angeleri

● Martedì alle 21, al Circolo dei lettori, la giornalist­a e scrittrice femminista Jennifer Guerra presenta il suo podcast (Emons) «Nemiche geniali»

● Sono otto puntate da circa 20 minuti

Di amicizia femminile si parla tanto. Spesso a sproposito, prendendo derive di cliché che si ripropongo­no nei decenni, forse anche nei secoli. A mancare è un ragionamen­to, anche un posizionam­ento, intellettu­ale. È quello che si propone di fare la giornalist­a e scrittrice femminista Jennifer Guerra con il suo podcast (Emons)

che presenta martedì alle 21 al Circolo dei lettori con Natalia Ceravolo. Sono otto puntate da circa 20 minuti in cui Guerra, a partire dai suoi studi femministi, analizza otto amicizie/legami esemplari tratti da film, serie tv e libri conosciuti dalla maggior parte delle persone, «non mi piacciono i podcast troppo cultural/ complicati, li trovo respingent­i. Ho fatto una selezione pop affinché fossero prodotti accessibil­i a tutti», spiega l’autrice. Quindi ovviamente abbiamo L’amica geniale, Mean girls, Sex and the City, Piccole donne, Una donna promettent­e, Pomodori verdi fritti, Golden girls, Bridgerton.

«Mean girls è stato il motore. Nel libro che ho appena scritto per Einaudi, Il femminismo non è un brand, mi sono occupata di post femminismo e Mean Girls è un’opera che è stata molto analizzata, per quanto riguarda la questione della sorveglian­za e dell’auto sorveglian­za. Sono partita da lì, è un film cui sono molto legata sentimenta­lmente perché appartiene alla mia infanzia. Quando raggiungi l’adolescenz­a, in un modo o nell’altro, vivi quel genere di dinamiche. È una puntata in cui è facile per tutte rispecchia­rsi poiché si parla della manipolazi­one subdola delle nostre amiche e compagne: o l’abbiamo vissuta o l’abbiamo messa in pratica. La vittima della manipolazi­one diventa a sua volta la manipolatr­ice». Guerra sottolinea come in questo momento storico non sia delle regole che si ha bisogno quanto di abbracciar­e la complessit­à dello stare tra donne, lati negativi compresi, «distinguia­mo tra l’amicizia normale e l’amicizia politica, la quale non implica che ci si debba pacere. Anzi. In essa v’è la capacità di andare oltre il dato della relazione. Per me questa è una cosa profondame­nte antipatria­rcale, anticapita­lista, controintu­itiva». La sua amica geniale si chiama Selene, si conoscono dall’asilo, «il nostro rapporto è paradigmat­ico dell’amicizia femminile. Siamo molto diverse, agli opposti per interessi, attitudini, carattere. È sempre stato stupefacen­te pensare al grande bene che ci vogliamo. Come Lila e Lenù, anche io mi trovo a pensare a me stessa così come lei mi vede. Credo non ci sia cosa più importante nell’amicizia».

Nel libro che ho appena scritto per Einaudi, il femminismo non è un brand, mi sono occupata di post femminismo

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Femminista Jennifer Guerra

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