Luigi d’amario dalla Cinzano all’amiat una carriera nel nome della correttezza
Oggi il saluto alla cortesia di Sandrina Il gentiluomo venuto dalla Calabria
I ricordi delle persone che ci hanno appena lasciato scritti dalle firme del Corriere Torino
Donne e uomini noti oppure no ma sempre insostituibili per i familiari, gli amici e la gente del loro quartiere
Alessandrina Re per tutti era «Sandrina». Ha lasciato questo mondo all’età di 89 anni, circondata dall’amore dei suoi cari nella casa nella frazione Fuori di Pessinetto. Sandrina, un’ex commerciante, ha dedicato la vita al suo negozio di mercerie, un mondo di bottoni, cerniere e filati. La sua gentilezza, cortesia e generosità sono state le sue virtù distintive, che ha dimostrato nel lavoro, con i suoi amati clienti che nella lunga vita. Accanto a lei c’erano le sue figlie Angela e Anna e i loro rispettivi mariti, Diego e Gianni. I suoi amati nipoti Claudio, Carol, Stefan, Ivan, e i pronipoti Francesco e Veronica, che Sandrina ha cresciuto con un amore e una devozione infinita, sempre al suo fianco. Oggi, alle 15, l’ultimo saluto a Sandrina nella chiesa di Cafasse .
I ricordi Volete che siano raccontati i vostri cari? Scrivete una mail a corrieretorino @rcs.it
Luigi d’amario, già presidente dell’amiat, è mancato all’età di 87 anni. È stato un manager di successo, un marito e un padre esemplare per la sua famiglia e un gentiluomo all’antica ben conosciuto per le qualità professionali e personali.
Torinese doc, Luigi aveva conseguito il diploma di maturità classica nel 1955, per poi laurearsi in Giurisprudenza nel 1960. Già mentre studiava si era affacciato al mondo lavorativo, inserendosi con successo all’interno del gruppo Cinzano. Ha saputo costruirsi una brillante carriera in quella società, lavorando per oltre 35 anni in Italia e all’estero e occupando, col passare degli anni, posizioni sempre più di rilievo, fino a diventare presidente e amministratore delegato del gruppo. Negli anni Novanta ha poi scelto di voltare pagina, entrando nel settore pubblico: accettò infatti l’incarico di presidente dell’amiat, la società per azioni che eroga i servizi d’igiene del suolo, di raccolta e smaltimento rifiuti per la città di Torino.
Sono stati tre anni intensi, quelli dall’ottobre 1993 al settembre 1996, in cui Luigi si impegnò anima e corpo per migliorare i processi dell’azienda e per diffondere all’interno della cittadinanza la cultura dell’economia circolare in tempi in cui non era all’ordine del giorno quanto oggi.
Poi, a causa di divergenze programmatiche con altri esponenti, ha lasciato l’azienda per dedicarsi alla politica (ci fu una breve esperienza con Forza Italia), alle consulenze private e alla famiglia. Sposato per quasi sessant’anni con Matilde, Luigi ha avuto una figlia, Silvia, oggi avvocata giuslavorista presso lo studio torinese «Pavesio e associati», e due nipoti, Francesco (specializzando in ortopedia) e Virginia (neolaureata in Giurisprudenza). A loro ha trasmesso correttezza, etica professionale e dedizione al lavoro, i valori che ha sempre incarnato e che sono stati riconosciuti dalle tante persone che hanno partecipato all’ultimo saluto tenutosi presso la Chiesa Beata Vergine delle Grazie di zona Crocetta.
Michele Salvati è mancato all’età di 69 anni. Era andato in pensione da poco più di un anno. Era un imprenditore dai modi garbati e gentili. Dalla Calabria era arrivato in Piemonte circa quarant’anni fa per lavorare al fianco del fondatore di un residence per anziani a Vico Canavese. In seguito, fu lui a prendere le redini della struttura, diventando direttore amministrativo. Michele ha poi investito in un altro residence a Pavone Canavese e in un’attività di ristorazione a Ivrea. Era innamoratissimo della moglie, Giusy Vaccaro, che ha rivestito il ruolo della «Mugnaia» al Carnevale del 2005. Il funerale si è tenuto nel duomo di Ivrea ed è stato officiato dal fratello sacerdote. In molti ricorderanno Michele, un vero e proprio gentiluomo del sud.