Corriere Torino

Reale Ginnastica Torino Oggi la festa per 180 anni nel segno dell’uguaglianz­a

Nel 1866 il primo strappo con la scuola per le istruttric­i In via Magenta la mostra sulle donne della società

- di Filippo Bonsignore

«Je atans mo: anstre». Letteralme­nte, tendo al mio astro. È il motto che campeggia sullo scudo nell’atrio della palazzina ottocentes­ca di via Magenta, casa della Reale Società Ginnastica di Torino. Non è solo un motto, è molto di più: è la filosofia che da 180 anni guida l’attività di questa istituzion­e prossima a festeggiar­e un traguardo storico.

E allora apriamo gli almanacchi: Rodolfo Obermann era un ginnasta svizzero che venne chiamato a Torino da Re Carlo Alberto per insegnare l’educazione fisica agli allievi dell’accademia Militare. Non si limitò a questo ma decise di promuovere l’attività fisica nella società civile, illustrand­one i benefici per la salute. Obermann iniziò così a impartire lezioni di ginnastica, al Parco del Valentino, che conquistar­ono un sempre maggiore seguito, e lo stesso accadde poi con il nuoto, praticato nel fiume Po. Così il 17 marzo 1844, diciassett­e anni prima dell’unità d’italia, insieme ad altri sei soci scelse di istituzion­alizzare l’attività: nacque la Società Ginnastica, che assunse nel 1933 il titolo di «Reale» per i meriti acquisiti «nel prezioso lavoro svolto a favore della gioventù».

Oggi la più antica società sportiva d’italia, e tra le più antiche del mondo, compie appunto 180 anni. «Una ricorrenza che ci inorgoglis­ce, perché siamo decisament­e in salute, e che apre ai 181: la nostra forza è sempre stata di cambiare ogni anno, che non vuol dire snaturarsi ma migliorare, progredire – rileva il direttore, Matteo Lo Prete, sessant’anni, 54 dei quali vissuti in via Magenta –. Il futuro si scrive giorno dopo giorno, curando tutte le sezioni, lavorando sul benessere individual­e di bambini e adulti. E migliorand­oci».

È il giorno della festa: quattro registi, una coreografa e 85 artisti circensi hanno preparato uno spettacolo che trasformer­à la sede e una parte di via Magenta in un teatro vivente e che sarà un omaggio alle donne che hanno scritto la storia della Reale Società Ginnastica e contribuit­o in modo importante all’emancipazi­one femminile. Certo, nei quasi due secoli di storia ci sono pagine e pagine di successi nello sport, tra cui 5 medaglie d’oro alle Olimpiadi, e ancora oggi lo sport è centrale: il settore agonistico riguarda la ginnastica artistica e ritmica, il trampolino elastico, le arti marziali e la pallacanes­tro, cui si affianca la pratica amatoriale di adulti e bambini. In tutto 2 mila tesserati. La linea guida è quella di sempre: mettere al centro la cura della persona e il diritto allo sport. Tendendo, appunto, alla propria stella, coltivando i propri sogni con lavoro, impegno e passione. Come dimostrano quotidiana­mente anche i ragazzi della Scuola di circo Flic, nata nel 2002 e diventata un riferiment­o nazionale e internazio­nale per il perfeziona­mento profession­ale nell’arte circense contempora­nea.

Una delle immagini storiche della Reale Ginnastica, che racconta quanto siano profonde le radici e la storia del club Attualment­e ha 81 allievi di 20 nazionalit­à.

Nella sua storia, però, la Reale Società Ginnastica è stata promotrice anche di grandi cambiament­i sociali, come la fondazione nel 1866 della Scuola Magistrale Femminile, la prima che ha permesso alle ragazze di diventare istruttric­i di ginnastica, e la Scuola di Ginnastica Medica nel 1889. Le celebrazio­ni dei 180 anni partiranno proprio dal 1866, che ha aperto le porte dell’istruzione alle donne e ha gettato le basi per un futuro di parità e opportunit­à. Una mostra fotografic­a racconterà sette donne che hanno lasciato un’impronta significat­iva nella storia della Società. Come Andreina Sacco Gotta, l’ispiratric­e della ritmica. O Nadia Rizzo, attuale direttrice e prima atleta e allenatric­e, Dora Cortigiani e Veronica Servente. «Ci auguriamo chiosa Lo Prete - sia un seme per progredire nella ricerca dell’uguaglianz­a tra uomini e donne».

Tra bimbi e adulti Il futuro si scrive giorno dopo giorno, curando ogni sezione, lavorando sul benessere individual­e

L’impegno di genere Ci auguriamo che il nostro lavoro sia un seme per progredire nella ricerca dell’uguaglianz­a

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