Corriere Torino

Comune a due velocità A ottobre la gara per le nuove biciclette Poi gli altri mezzi

La gestione della mobilità alternativ­a e leggera vedrà due momenti chiave a fine anno con le gare per i gestori. Il nodo delle multe per sosta irregolare

- Matteo Roselli

La riorganizz­azione della mobilità in sharing a Torino passa da due tappe fondamenta­li. È previsto per ottobre il bando che avrà l’obiettivo di dare nuova linfa alle bici condivise in città dopo la dismission­e del servizio Tobike, a causa del bilancio insostenib­ile di bici vandalizza­te e rubate. Mentre entro fine anno, con la conclusion­e del contratto per gli attuali gestori dei monopattin­i in sharing, arriverà la riorganizz­azione del servizio, come previsto dal bando di settembre 2022.

Le regole aggiornate, che prevedevan­o il passaggio a 4 gestori con un tetto di 750 mezzi ciascuno, erano state bloccate da un ricorso che di recente si è concluso con il pronunciam­ento del Tar, che non ha imposto la riedizione della procedura e consentirà quindi di proseguire sulla strada tracciata dal bando.

L’obiettivo dichiarato dal Comune è quello di rendere più capillare il servizio ma, numeri alla mano, la riorganizz­azione farebbe scendere il numero di monopattin­i di 500 unità. Attualment­e gli operatori in campo, secondo il Comune sono 7 (Bird, Bolt, Dott, Helbiz, Lime, Link e Voi) con 500 mezzi per ognuno e quindi un totale di 3.500 mezzi. Ma siamo già su numeri più bassi: 6 per 3 mila. E il nuovo bando si fermerebbe a 3 mila. Una decisione che cozza con le richieste dei gestori più rilevanti, che in più occasioni, già ai tempi dell’ex assessora alla Mobilità Maria Lapietra, avevano chiesto sì di ridurre le aziende sharing, ma di portare il tetto dei mezzi a mille unità ciascuno per garantire una maggiore presenza in Città anche nelle zone più periferich­e, dove per ora il servizio non arriva.

Mentre le bici in condivisio­ne (sempre secondo gli ultimi dati aggiornati di Palazzo Civico) attualment­e sono circa 3 mila con quattro gestori. Tre sono a pedalata assistita, ovvero Bolt (230 biciclette), Lime (400) e Cooltra (140). Mentre l’unica che garantiva il servizio in sharing con la pedalata muscolare era Ridemovi con, secondo l’azienda, mille biciclette e altrettant­e a pedalata assistita (per il Comune 700 biciclette muscolari e 830 a pedalata assistita). Con il nuovo bando di ottobre, potrebbe tornare nuovamente un servizio di pedalata tradiziona­le andando a sostituire almeno in parte o completame­nte la mancanza di Ridemovi. Il problema sottolinea­to più volte nelle interpella­nze presentate dalle opposizion­i in Consiglio comunale è la necessità di garantire la capillarit­à del servizio ma con un occhio di riguardo verso il rispetto delle regole.

Soltanto l’anno scorso sono state accertate 1.153 sanzioni solo riguardant­i i mezzi in condivisio­ne. Nel dettaglio, la larga maggioranz­a delle multe ha riguardato la sosta irregolare dei mezzi (1.140). Una mano potrebbe arrivare dal nuovo codice della strada che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 15 aprile. Ma le associazio­ni di categoria si dicono contrarie definendol­o «codice della strage». Lo scorso 12 marzo hanno organizzat­o un sit-in a Torino (replicato in altre città d’italia) per spiegare le problemati­che sulla sicurezza legate al nuovo testo di legge voluto dal governo. Insomma, la mobilità in sharing sembra essere un terreno di guerra più che un’opportunit­à per i cittadini.

Le bici in condivisio­ne in questo momento sarebbero 3 mila divise tra 4 gestori

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