Il dentista 4.0 inventa i robot medicali
PIEMONTECH
● Giorgio Castagno, dentista di Borgosesia ha sviluppato una tecnica innovativa per la sterilizzazione degli strumenti, automatizzata
● La svolta arriva nel 2021, con la vittoria del bando Smart and Start di Invitalia eil conseguente finanziamento di 500 mila euro
● Il 14 febbraio scorso Robota ha vinto il premio Innovazione A&T
In un territorio che non spicca per livelli di innovazione come Vercelli (ultima in Italia per numero di startup innovative, solamente due in tutta la provincia) brilla la stella di Robota, startup in campo sanitario fondata nel 2018 da Giorgio Castagno, dentista di Borgosesia che ha sviluppato una tecnica innovativa per la sterilizzazione degli strumenti, completamente automatizzata. Trattasi di un macchinario che si avvale di sistemi integrati di automazione robotica, che automatizza ed elimina tutti gli errori del processo di sterilizzazione, neutralizzando tutti gli errori umani che portano a conseguenze potenzialmente gravi. Un’idea che gli è valsa anche il premio Innovazione A&T, assegnato il 14 febbraio scorso al Lingotto nel corso dell’evento inaugurale della fiera dedicata all’automazione. «Avevo intuito come il processo di sterilizzazione fosse cruciale in ambito medico, ma mi son reso conto dei forti rischi biologici, tant’è che è un lavoro che non piace fare a nessuno», racconta Castagno.
Un’idea che nasce anche da un certo stakanovismo: «Lavoravo sette giorni su sette, nel weekend non avevo il personale che sterilizzava gli strumenti e dovevo sempre far da solo, serviva una soluzione».
Così Castagno decide di iniziare a studiare robotica e ottiene le prime certificazioni, e assieme al suo primo socio, Marco Galvan, all’inizio 2020 presentano il primo prototipo di sterilizzazione automatizzato: basta mettere gli strumenti in una vaschetta e in circa dieci minuti il processo viene completato, con una rapidità superiore del 17% rispetto all’esecuzione manuale, senza contare i vantaggi in termini di contaminazione e rischi per gli addetti. Gli inizi per Robota, come un po’ per tutte le startup, sono stati tutt’altro che facili, dovendo fare i conti con le difficoltà del mercato e lo scetticismo dei potenziali clienti, piuttosto restii a investire in un macchinario sostanzialmente sconosciuto. La svolta arriva nel 2021, con la vittoria del bando Smart and Start di Invitalia e il conseguente finanziamento di 500 mila euro: «Siamo tra i pochi sopravvissuti — racconta Castagno — il 90% delle startup fallisce, il restante 10% non molla mai. Ci siamo autofinanziati lacrime e sangue e abbiamo insistito con coraggio, affidandoci alla bontà dell’idea».
E la perseveranza ha pagato, con Robota che adesso può contare su un team di sei persone a tempo pieno, oltre a una rete di collaboratori, ha venduto il suo primo macchinario ed è in trattativa per vendere altri esemplari all’estero. Il salto dal prototipo al mercato è stato fatto, grazie anche alla partnership con Saratoga Dental, che tramite il suo Ceo Patrizio Bortolus sta guidando Robota nel processo di commercializzazione. Adesso Castagno vuole uscire dal recinto degli studi dentistici e punta al pesce grosso, il mercato ospedaliero: «La tecnologia è uguale, ma servono volumi molti più grossi, per noi sarebbe come andare in Serie A. Parliamo della stessa cosa ma scalata per 20-30 volte come complessità, e servono tecnologie di altissimo livello». E pensare che senza suo padre Robota forse non avrebbe mai visto la luce: «Io avevo fatto il macchinario per me affinché facilitasse il mio lavoro, non mi interessava metterlo in commercio», spiega Castagno.