Corriere Torino

Per Veronesi, la maternità è responsabi­lità verso la vita

- Alessandro Martini Maurizio Francescon­i

«Oramai questa grande famiglia sociale sente il bisogno della donna che la ingentilis­ca nel suo lavoro, della madre che la protegga» scriveva, molto in anticipo sui tempi, Maria Montessori nel lontano 1899. Proprio questa frase sembra essere il punto di partenza di Flaminia Veronesi (Milano 1986) per la mostra Maternità sociale. Grandemadr­emamma alla Galleria Simondi (via della Rocca 29, fino al 20 aprile), a cura di Andrea Lerda. L’artista rilegge e aggiorna il pensiero di Maria Montessori, che a inizio Novecento delineò una prospettiv­a innovativa neldelle riflession­i e delle rivendicaz­ioni femministe e, nel caso della mostra di Veronesi, non si tratta quindi della maternità come l’abbiamo intesa fino a oggi, ma di qualcosa di nuovo che guarda al futuro. Nel mondo che l’artista racconta, ognuno di noi è un essere materno che agisce secondo il principio del «dare» e in favore della vita, una sorta di sentimento universale che è parte di ciascuno di noi. A dare il benvenuto al visitatore sono due enormi seni in stoffa che creano una vera e propria porta di ingresso verso il suo mondo, verso la sua maternità che è quella che tutti noi dovremmo accogliere e fare nostra, indipenden­temente da genere, orientamen­to, latitudine e longitudin­e. Si apre dunque un’infilata di acquerelli di piccole e grandi dimensioni sui toni del viola, il colore che è l’unione del rosa e dell’azzurro che fin dal principio della vita definiscon­o il sesso di appartenen­za. Protagonis­te sono le madri, diverse tra loro, lontane dall’immagine di maternità che noi tutti abbiamo in mente. Spesso hanno corpi costellati di seni, orinano in piedi come fanno gli uomini, stanno partorendo, si prendono cura dei loro bambini (ma li avranno partoriti loro? Viene da domandarsi), talvolta sembrano quasi aliene o in posa per un ril’ambito tratto. La maternità per Flaminia Veronesi sembra essere intesa come premura verso l’altro e responsabi­lità verso la vita. C’è nulla di più poetico? Si tratta di un’artista in forte ascesa, che in passato ha collaborat­o con il marchio di moda Marni e che è stata prescelta da T Magazine (l’allegato del New

York Times) per un evento del Fuorisalon­e. Ma il suo curriculum non racconta fino in fondo il suo talento che porta qualunque visitatore a osservare le opere per poi chiedere: «Scusi, quanto costa? Mi piacerebbe acquistarl­a».

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Nelle sale Uno dei grandi seni in stoffa e un acquerello

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