Nervosismo al Max su Sky Polemizza coi giornalisti: «Voi non dovete capire...»
Allegri: «Faccia una domanda più intelligente e le risponderò»
Neanche il ritiro è servito. La Juventus non vince più, anche il Genoa si è rilevato una montagna troppo alta da scalare e non bastano i pali di Iling-junior e Kean per assolvere i bianconeri e far sì che i rimpianti siano più grandi delle colpe.
Riassunto: un’altra frenata, un altro misero punto; l’ennesima stazione di una via crucis che dura ormai da otto partite e che non sembra avere soluzione. I numeri raccontano le proporzioni della crisi: sette punti nelle ultime otto partite; terza gara consecutiva senza successi. La Signora è in caduta libera, insomma, e il problema è che non si vede come poterla frenare. Il ritmo è da retrocessione più che da Champions League e proprio il grande obiettivo stagionale del ritorno nella principale competizione europea ora diventa a rischio. Il Milan ha allungato al secondo posto (+3 dopo la vittoria di Verona) ma continuando con questo passo, bisognerà seriamente guardarsi alle spalle e aggiornare continuamente il vantaggio dalla Roma, quinta, e dall’atalanta, sesta. Non è certo quanto ci si immaginava neanche due mesi fa: il 21 gennaio, la vittoria di Lecce aveva regalato ai bianconeri la vetta della classifica (pur con una partita in più dell’inter); dalla gara successiva, dal passo falso con l’empoli, la Juve è sparita.
Nessuno però poteva prevedere un’involuzione così rapida, un crollo così verticale. E l’aspetto più preoccupante è che non si vedono le soluzioni per uscire dal tunnel: tutto infatti resta affidato all’improvvisazione. Massimiliano Allegri fa quasi come se niente fosse: «Non sono preoccupato, sono soddisfatto di quanto visto: ci mancano 11 punti per qualificarci alla Champions. Questo è un punto di partenza per le ultime nove partite: credo che si debba prendere il positivo di questa partita per poter ripartire dopo la sosta perché il momento è difficile e la prestazione, come atteggiamento difensivo e di squadra, è stata migliore delle ultime».
Sarà, ma il volto provato del tecnico e il suo nervosismo evidente raccontano anche altro. In diretta su Sky, Max non ha dato bella prova di sé, rispondendo a muso duro ad alcune domande: «Pochi risultati? Mi sembra che siamo terzi in classifica attualmente...». E poi sulla possibilità di cambiare modulo e passare al tridente: «Io non sono un politico, non devo andare dietro al pubblico e non mi permetto di dire a lei come si fa il giornalista… (rivolto a Gianfranco Teotino, in studio, ndr). Mi faccia una domanda più intelligente e le risponderò; poi c’è chi capisce e chi no... Io faccio l’allenatore e non giudico il lavoro dei giornalisti e così dovreste fare voi: non dovete capire, ma solo fare domande». Non certo il modo più educato di porsi nel dibattito, insomma. «Sono l’allenatore della Juve e cerco di fare le scelte migliori per la Juve – prosegue –. Poi sicuramente commetto errori pure io ma guardo la squadra tutta la settimana e credo di sapere quali sono più o meno gli equilibri».
È evidente, in ogni caso, che la poca serenità di Allegri si riverberi anche sul gruppo: nella sciocca espulsione per proteste di Vlahovic nel recupero, ma non solo. «Dusan ha sbagliato e sarà multato. Nel primo tempo c’era un po’ di nervosismo dovuto all’importanza della partita e all’obbligo di doverla vincere. D’altra parte, le partite pesanti per noi sono queste, non quelle quando rincorrevamo l’inter. La squadra mi è piaciuta, ha dimostrato di essere compatta, sono sereno e fiducioso, dobbiamo continuare a credere in quanto stiamo facendo. Non abbiamo preso gol e da qui dobbiamo ripartire».
❠ La reazione di Allegri
Io faccio l’allenatore e non giudico il lavoro dei giornalisti e così dovreste fare voi
❠ La brusca frenata
Non sono preoccupato, sono soddisfatto di quanto visto: mancano 11 punti per la Champions