Corriere Torino

Sembra Milano ma è Torino Viaggio sul set di «Blocco 181»

Dal ristorante Del Cambio al dancing Le Roi: in città si gira la serie Sky E gli attori danno i «voti» ai locali, tra l’osteria Gallina e il Rospetto

- Blocco 181, Fabrizio Dividi

«Silenzio per favore, facciamo concentrar­e gli attori. Motore. Azione». Un gruppo di giovani è raccolto di fronte a un altare con lumini accesi e forte odore di incenso: Bea, protagonis­ta di li guida nella recita di un rosario. Al terzo ciak, una voce grida: «Buona!». Ovviamente, non aspettatev­i spoiler: per sapere chi «non c’è più» si dovrà aspettare la seconda stagione della serie prodotta da Sky Studios con il popolare rapper Salmo nei panni di Snake, oltre che con il ruolo di supervisor­e musicale.

Il luogo delle riprese che ci accoglie è il leggendari­o Le Roi Music Hall, storica sala da ballo disegnata da Mollino che negli ultimi anni si è rivelata set poliedrico e funzionale per cinema e tv. È solo l’ultima delle tante, tantissime location cittadine — «Siamo oltre le cento, è un record» dichiara soddisfatt­o il location manager Federico Fusco — che in questi ultimi mesi la città ha messo a disposizio­ne della produzione sostenuta da Fctp e Piemonte Film TV Fund.

Nelle settimane scorse, i torinesi hanno avuto occasione di incontrare le maestranze al lavoro in strade e piazze, come nel Quadrilate­ro e al ristorante Del Cambio; e persino di assistere a un funerale in piena regola nella chiesa di Santa Pelagia in via San Massimo. Fusco precisa come raramente una produzione abbia occupato una tale diversità di luoghi. «Nonostante Torino interpreti Milano — spiega — la città sarà attraversa­ta nelle sue facciate e nei corsi alberati». Poi, con due esempi, regala un’immagine di cosa richieda il suo lavoro: «Un esempio? Per scequesto

La seconda stagione Parte del cast; il set al Cambio e al Le Roi (M. Piovanotto)

gliere un barbiere ne ho preselezio­nati 58, tra etnici, d’epoca e moderni. Per scovare l’officina perfetta, ne ho schedate oltre 800».

Poco più in là, il regista Ciro Visco, a quasi cinque mesi dal primo ciak, rivive l’avventura torinese con lucida soddisfazi­one: «In questa seconda stagione abbiamo cercato di costruire favole inaspettat­e e non banali, ma sempre legate alla realtà e Torino ha collaborat­o in modo egregio. Rispetto ad altre grandi città, per esempio abbiamo avuto la possibilit­à di girare in esterna per ampi spazi e senza che qualcuno si lamentasse troppo. E in questo caso abbiamo trasformat­o

splendido locale in una comunità sudamerica­na dove regna Bea, personaggi­o centrale in questo mondo al femminile». Laura Osma, l’attrice colombiana che la interpreta, sorride e commenta così la sua permanenza a Torino: «Questa è una città ideale per un’attrice. Adoro il parco del Valentino, la Basilica di Superga. Ma sono stata felice soprattutt­o — scherza — di scoprire che qui avete inventato l’apericena». Alessandro Piavani e Andrea Dodero, gli altri protagonis­ti presenti sul set, confermano che è lei a suggerire i migliori posti in città e Osma non se lo fa ripetere: «Mi piacciono Madame Piola e la pizza del Rospetto,

ma soprattutt­o l’osteria Gallina a Porta Palazzo».

In un incontro che intreccia con leggero disincanto vita torinese a psicologia dei personaggi, c’è ancora tempo per le battute di Piavani e Dodero. Il primo ricorda l’esperienza precedente con La bella estate e sottolinea quanto lo «stare insieme», oltre al recitare in un ruolo che si evolverà in modo inaspettat­o, siano stati emotivamen­te formativi. Il secondo ammette di essersi innamorato di una città «curiosa che, più di ogni altra, ti accoglie con discrezion­e e affetto».

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