Un «kolossal» cine-musicale per ricordare Pastrone
Quaranta giovani musicisti per Giovanni Pastrone. Ha quasi le dimensioni del kolossal — e non potrebbe essere altrimenti, visto che è dedicato a chi il kolossal al cinema lo ha inventato — l’evento d’apertura del 23esimo Glocal Film Festival, in programma questa sera alle 20.30 al Massimo.
Coordinato da Maria Adorno, Valter Frezzato e Giacomo Pomati, con l’introduzione di Gabriele Perrone della Cineteca del Museo Nazionale del Cinema, Pastrone, il melodramma e il cinema piemontese delle origini vedrà coinvolti quaranta giovani compositori e musicisti del Conservatorio Verdi e del Liceo Classico e Musicale Cavour, autori ed esecutori delle musiche che accompagneranno dal vivo una selezione di film muti.
Come suggerisce il titolo dell’appuntamento, il suo ispiratore principale è Giovanni Pastrone. Nato nel 1882, astigiano, tra i pionieri del cinema italiano e internazionale, grazie alla portata di opere mitologiche come La caduta
di Troia (1911) e soprattutto l’imponente Cabiria (1914) Pastrone occupa un posto d’onore in varie dimensioni e spazi cinefili: tra le pagine dei libri e sui siti di storia del cinema muto, al Museo del Cinema (dove troneggia lo statuone del cabiriesco moloch) e allo stesso Massimo (la sala che stasera ospita l’evento si chiama proprio Cabiria).
A dire il vero, Cabiria e gli altri miti si concederanno un po’ di relax. Il programma è dedicato alla più antica tradizione del melodramma sotto la Mole, con un ruolo centrale affidato al film Il fuoco, diretto da Pastrone nel 1915. Sarà il titolo più sostanzioso della serata (45 minuti), affiancato da cinque cortometraggi — tutti patrimonio del Museo del Cinema — che furono prodotti da Pastrone o dalle case Itala Film e S.A. Ambrosio, celebri studios di un’epoca in cui Torino era una piccola Hollywood: Al cinematografo, guardate… e non toccate! (1912), Ave Maria di Gounod (1910), Chi fu il colpevole? (1910), Cretinetti, troppo (1909) e
(1913).
Un viaggio nella più remota storia del cinema della città, le cui chiavi musicali saranno affidate alle sue forze più fresche: gli ensemble di due classi quinte del Liceo Cavour eseguiranno i brani composti da cinque studenti del Conservatorio Verdi. In pratica, compagni di un altro secolo dello stesso Pastrone: il regista astigiano si avvicinò infatti al mondo delle arti attraverso la musica e all’inizio del Novecento si diplomò in violino proprio al Conservatorio torinese.