Juve, quattro stagioni, zero progressi
Quattro stagioni, zero progressi. Da Pirlo ad Allegri, dal tentativo di rivoluzione del Maestro alla voglia di normalità con il ritorno di Max, nulla è cambiato.
La Juve continua a vivacchiare, lontana dallo scudetto e impegnata soltanto a rincorrere l’obiettivo minimo della qualificazione alla Champions. La cavalcata, anche inattesa, di quest’anno che ha permesso ai bianconeri di rimanere attaccati all’inter, di superarla (nonostante una partita in più) e di cullare il sogno del titolo aveva illuso, e ora la caduta delle ultime 8 gare ha riportato tutti sulla terra. Forse è vero, come dice Max, che nel complesso del cammino «ci meritiamo 59 punti», ma, a conti fatti, il bilancio del secondo regno di Max evidenzia che non c’è stata una inversione di tendenza. Con tre quarti di campionato ormai alle spalle, il confronto dell’ultimo quadriennio racconta che neppure nella stagione del rilancio, dopo le difficoltà extra campo vissute l’anno passato, c’è stata una crescita. La fotografia scattata dopo 29 giornate conferma la pericolosa abitudine al basso profilo. Nel 2020-21, con Andrea Pirlo in panchina, a quest’epoca la Juve aveva gli stessi di oggi, 59 appunto. E tanti erano anche nel 202223, al netto della penalizzazione. Peggio era andata nel 2021-22, anno del ritorno di Allegri al timone: 56. La Juve allegriana segna meno della Juve di Pirlo: 58 reti fatte nel 2020-21, ma in squadra c’era un certo Cristiano Ronaldo; con Max, 45 nel 2021-22, 47 nel 2022-23 e 44 nel 2023-24. La Signora ha perso gol ma è rimasta praticamente costante in termini di reti subite: 26 nel 2020-21 e nel 2021-22, 24 nel 2022-23 e 23 nel 2023-24. Pure in questo caso, la prima parte della stagione in corso aveva illuso: 12 nelle prime 21 giornate e poi sette gare di fila nelle ultime otto con Szczesny battuto. Significa che ciclicamente ritornano leggerezze e disattenzioni che costano caro. E che, in generale, non sono scomparsi neppure gli altri difetti: niente gioco e zero organizzazione ma soltanto improvvisazione.
Pirlo aveva agguantato all’ultimo la Champions e chiuso la sua breve avventura vincendo due trofei; Allegri potrà arrivare al massimo a uno, la coppa Italia. Quattro stagioni, nessun progresso, appunto.