Corriere Torino

Giovanni, piemontese vecchio stampo Cameraman e grafico dal cuore granata

Il sorriso di Gina «illuminava» il suo giardino Anna Maria era un pilastro della comunità

- (an.ch.) di Gianluca Sartori (an.ch.)

I ricordi delle persone che ci hanno appena lasciato scritti dalle firme del Corriere Torino

Donne e uomini noti oppure no ma sempre insostitui­bili per i familiari, gli amici e la gente del loro quartiere

Rosa Delsanto, affettuosa­mente conosciuta come Gina, è morta a 96 anni, dopo una vita di dedizione e amore per i suoi cari e per il territorio del Roero che tanto amava. Gina era una donna di carattere solare e sempre allegro, un tratto che tutti ricorderan­no di lei. Adorava piante e fiori, curava il suo splendido giardino in ogni dettaglio e coltivava l’orto con amore. Nella chiesa parrocchia­le di San Dalmazzo, a Castellina­ldo d’alba, si è tenuto l’ultimo commosso e affettuoso saluto a Gina. Sono stati tanti gli amici che si sono voluti stringere alla figlia Franca con il marito Sergio, al figlio Beppe con la moglie Miranda e agli amatissimi nipoti Paolo, Giulia con Daniele, Annalisa, Valeria, Riccardo, Alberto, Maddalena e il piccolo Lorenzo.

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Il mondo delle television­i private torinesi piange Giovanni Rossi, morto all’età di 85 anni. Era conosciuti­ssimo nell’ambiente come operatore televisivo, un mestiere che aveva intrapreso negli anni della pensione, a titolo completame­nte gratuito e per pura passione. Era infatti un tifoso sfegatato del Toro e per lui questo era un modo per continuare a seguire attivament­e la squadra del cuore. Per una ventina d’anni ha quindi collaborat­o con molte emittenti locali, da Telecupole a Primantenn­a. Per terminare con Grp, al seguito del giornalist­a Alessandro Costa.

«Giovanni era un piemontese vecchio stampo: educato, timido, fin troppo ingenuo. Era impossibil­e litigare con lui», lo ricorda commosso l’amico e collega Alessandro. Torinese doc, ha svolto per tutta la vita il mestiere di grafico per la Fiat e nel suo cuore c’era il colore granata. Il Grande Torino rapì le sue fantasie di bambino, e ha sempre portato nella mente ricordi vividi del 4 maggio 1949, giorno della Tragedia di Superga.

Giovanni ha fatto parte dei «Fedelissim­i Granata, storico gruppo di supporter granata che nacque negli anni Cinquanta ad opera di Ginetto Trabaldo e che è passato alla storia come uno dei primissimi gruppi di tifoseria organizzat­a in Italia. Con i suoi fratelli di tifo, Giovanni seguiva il Toro in casa e in trasferta, in Italia e all’estero, nella buona e nella cattiva sorte. Furono disperate le lacrime per la morte di Gigi Meroni nel 1967, di gioia quelle per lo scudetto del 1976. E negli anni della pensione, per rimanere nell’ambiente ha imparato da zero il mestiere di cameraman, dopo aver fatto tutt’altro nella vita.

Giovanni è sempre stato assistito dalla salute, anche perché era un grande sportivo. In particolar­e, era un podista di ottimo livello, in grado fino a pochi anni fa di percorrere dieci chilometri di corsa al giorno. Con modi garbati e voce delicata sapeva conquistar­si la stima di tutti. Ha raggiunto la moglie Adriana, mancata solo due mesi prima di lui. Lascia la figlia Enrica e il nipote Edoardo, tifosissim­o del Toro come Giovanni.

Anna Maria Bongiovann­i, morta nei giorni scorsi a 82 anni, era generosa e altruista. Una donna «d’altri tempi», che ha dedicato tutta la sua vita alla cura della famiglia, dispensand­o serenità e amore. Nata e cresciuta nella frazione di Meane di Cherasco, Anna Maria è sempre stata un pilastro della comunità. Una presenza costante che ha lasciato un segno indelebile nella memoria dei concittadi­ni che hanno avuto la fortuna di conoscerla.

Il funerale è stato celebrato, con una cerimonia toccante, nella chiesa di San Martino Oltre Tanaro. Accanto al marito Franco Vajra, ai figli Brunella e Franco, al fratello Silvio e a i cognati Marina, Meo e Marisa sono stati molti gli amici che non sono voluti mancare all’ultimo saluto.

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