«No al boicottaggio: ascoltiamo tutti»
Lo ammetta rettore Stefano Geuna, con la decisione del senato accademico di ieri, parliamo della mozione con la quale l’ateneo di Torino definisce inopportuno partecipare al bando del Ministero degli Esteri per la ricerca condivisa tra Italia e Israele per la «guerra a Gaza», l’università voleva sfidare il governo della premier Giorgia Meloni?
«Non volevamo far arrabbiare nessuno, tanto meno la premier Meloni. E voglio ribadire cosa è accaduto nel Senato accademico, l’organo più rappresentativo della nostra comunità. È stata un’azione riferita a un bando specifico e non si è parlato di boicottaggio. Questo non è vero». Perché?
«Tutti gli accordi attualmente in vigore con le università israeliane, che sono tanti, rimangono validi. Non è questo quello che è successo».
E allo cosa è accaduto?
«È stata fatta una valutazione da parte della comunità accademica che credo vada rispettata per quello che è. Non c’è alcuna intenzione di far infuriare nessuno e non c’è il boicottaggio, men che meno antisemitismo come ho anche letto. I fatti parlano da soli. E non vorrei commentare ulteriormente per attivare un dibattito su una questione che abbiamo chiarito oggi, forse perché ieri non è stato fatto nel modo migliore. Si tratta di una cosa molto specifica. Ma le collaborazioni con gli atenei israeliani rimangono assolutamente in piedi».
Alcuni colleghi dicono che in alcuni dipartimenti ci sono pulsione anti-israeliane.
«Io non vedo queste cose, onestamente, specialmente nella nostra università. Siamo una comunità di centomila persone e io, ripeto, parlo a nome del Senato accademico, l’organo rappresentativo ed elettivo di tutte le componenti: docenti, personate tecnico amministrativo, studenti». Morale.
«Questo organo ha preso una decisione su una cosa specifica che non è un’avversione contro Israele. Non lo è nessuno dei membri del Senato accademico. Ieri, nel momento di ascolto che abbiamo fatto con i ragazzi che protestavano, tutti i docenti hanno detto: “Non vogliamo i boicottaggi”. I boicottaggi scientifici non servono, la scienza è stata e sempre sarà un ponte, soprattutto in momenti di difficoltà internazionale come questo che stiamo vivendo. Questo ci dice la storia e su questa linea si sono concentrati gli interventi dei professori».
Non tutti hanno votato a favore, in realtà.
«È vero, una collega si è espressa in maniera contraria, ma tutti hanno ribadito che il boicottaggio accademico non serve».
E la premier Meloni dice che vi siete fatti trascinare dai collettivi degli studenti di estrema sinistra.
«I collettivi? Parliamo dei rappresenti degli studenti. Oggi come ieri, nel dibattito sulle molestie contro le donne, abbiamo fatto parlare tutti, anche chi lo fa in modo effervescente e chi preferisce un tono più posato perché ha qualche anno in più. Ci ha interessato molto, tutti gli interventi portano spunti interessanti. Questo è il nostro metodo».
Ma lei la riapproverebbe la mozione?
Silenzio, il rettore si gira e se ne va.