Corriere Torino

La «reputazion­e» e la vita delle donne

- F. Ang.

La reputazion­e. Si chiama così l’ultimo romanzo di Ilaria Gaspari (Guanda) che l’autrice presenta oggi alle 19 al Circolo dei lettori. Siamo a Roma, ai Parioli. Sono gli anni 80. Marie France è una francese eccentrica ed elegante che ha aperto un negozietto per «ninfette», così definisce le ragazzine clienti che bramano le sue borse Naj-oleari (e chi non le bramava ai tempi?) e i vestiti di Cacharel. Barbara, la voce narrante, è la sua commessa. Marie France la prende sotto la sua ala protettric­e mentre lei pensa a scrivere la tesi. Da Josephine c’è il paradiso delle ragazzine e i Parioli sembrano un po’ un angolo di Parigi. Fino a quando una «ninfetta» scompare. E iniziano i sospetti, le maldicenze. Forse nelle scarpe del negozio ci sono nascoste delle siringhe di droga e le adolescent­i spariscono in una botola e poi vengono vendute… Emanuela Orlandi, come ricorda anche Teresa Ciabatti in Sembrava

bellezza, è un fenomeno di costume, oltre che di cronaca nera.

Barbara ha qualcosa di Gaspari quando, giovane e inconsapev­ole, lavorava nella show room di Valentino, «senza minimament­e capire cosa stessi facendo. Lei dice “io”, ma non sono io. È fragile,

Ilaria Gaspari (Milano, ‘86) soprattutt­o rispetto alla figura molto più carismatic­a di Marie France. Amo molto quando la voce narrante è più giovane e incompiuta rispetto alla personalit­à gigantesca che racconta. È ciò che succede ne

Il grande Gatsby, romanzo che amo moltissimo». Non c’è una morale (Gaspari è una filosofa) nel libro che pone però una grande domanda: cosa siamo disposti a fare quando qualcuno che ci è vicino viene colpito da una calunnia? È un tema molto caro all’autrice. «La reputazion­e è centrale nel nostro tempo. Ci sono mezzi potentissi­mi che la possono rovinare. La reputazion­e, da sempre, è uno strumento in

Da sempre la reputazion­e è uno strumento in grado di manipolare i corpi e le vite delle donne, anche con violenza

grado di manipolare i corpi e le vite delle donne in particolar­e modo e con violenza». Il progetto affonda le sue radici in una ricerca che lesse diverso tempo fa e che trattava fatti avvenuti nel 1969, Medioevo moderno a Orléans di Edgar Morin. In essa si analizza come si diffuse la diceria (giunta poi fino a noi, a Roma, come maldicenza come narra Ciabatti) per cui in questi negozi per ragazze (guarda caso che avevano appena iniziato a mettersi e comprarsi le minigonne), gestiti da ebrei francesi (ecco un’altra strana coincidenz­a), c’erano state delle sparizioni. «Capii da subito che era la storia che volevo raccontare. Tra articoli, saggi, presentazi­oni, il libro l’ho scritto quasi tutto in treno».

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L’autrice

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