Enzo Tomatis, leader dei ciechi torinesi Ha sempre avuto fiducia nella vita
Una forza d’animo incredibile, un carisma innato e una straordinaria capacità comunicativa. Erano alcune delle caratteristiche di Enzo Tomatis, storico leader dei ciechi torinesi. Aveva una grande fiducia nella vita, mai scalfita nonostante una menomazione subita da bambino che l’aveva reso d’un colpo non vedente.
Ma da quel momento Enzo, mancato pochi giorni fa a 87 anni, ha trasformato la sua esistenza in un esempio di dedizione, lavorando instancabilmente per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità visiva. Fin dal suo arrivo nella sezione torinese dell’uici (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), sul finire degli anni Sessanta, ha trasferito all’associazione la sua mentalità legata a doppio filo al lavoro e alla dignità. Nell’uici ha ricoperto molti incarichi, tra cui quello di presidente provinciale di Torino. Ma il suo operato si è spesso allargato al di fuori del Piemonte: in qualità di membro della direzione nazionale si batté indefessamente per promuovere la promulgazione di leggi a favore dei ciechi.
«Non dimenticherò mai una delle prime volte in cui ho parlato con Enzo: fu quando mi disse che l’ospedale Maria Adelaide mi aveva assunto. E accadde anche grazie alla sua intermediazione – dice l’attuale presidente provinciale di Torino dell’uici, Gianni Laiolo -. È stato un uomo che ha fatto cambiar marcia ai ciechi italiani. Ha sempre lavorato per trovare le soluzioni giuste per aiutare i non vedenti a inserirsi nel mondo del lavoro e della formazione professionale». Per i suoi meriti, Enzo Tomatis nel 2014 ha ricevuto il Sigillo Civico della Città di Torino dalle mani dell’allora sindaco Fassino. «L’unione Ciechi e Ipovedenti ha dato a me più di quanto le abbia dato io», furono le parole di Enzo.
«Enzo riusciva a parlare a tutti, aveva un modo di comunicare eccezionale – ricorda ancora Laiolo -. Riusciva a rompere tutti i muri. Un insegnamento da portare avanti ancora oggi. Solo portando i nostri problemi all’attenzione generale riusciremo a raggiungere una piena inclusione».